Logo San Marino RTV

Protocollo d'intesa Marche-Emilia Romagna: c'è chi storce il naso

3 mar 2007
Una veduta della Valmarecchia
Una veduta della Valmarecchia
Sanità, infrastrutture, tutela ambientale, valorizzazione delle risorse turistiche e culturali. L’accordo tra Marche ed Emilia Romagna, sulle zone di confine, opera su una moltitudine di ambiti.
Prevede ad esempio un adeguamento dei piani territoriali delle province di Pesaro e Rimini, interventi sulla statale 258 Marecchiese, la progettazione di una bretella stradale tra Sant’Agata Feltria e la Valle del Savio ed opere che facilitino il collegamento con il casello autostradale di Cattolica.
Il protocollo cita poi l’istituzione di un unico ambito territoriale per la gestione delle risorse idriche, lo smaltimento congiunto dei rifiuti solidi urbani e la creazione di una commissione interregionale di coordinamento.
Si parla anche di oasi ambientali e parchi interregionali. Alcuni accordi - come quello sulla mobilità sanitaria per ricoveri nelle strutture dell’ASL di Rimini - sembrano anticipare temi della futura annessione - se verrà realizzata - dei 7 comuni dell’Alta Valmarecchia alla Romagna. E proprio qui sta il punto. Nel protocollo d’intesa si dice testualmente che “Emilia Romagna e Marche si impegnano a seguire con attenzione la procedura nazionale e l’iter legislativo avviato a seguito del referendum di secessione”.
Troppo poco secondo alcuni esponenti delle forze politiche di opposizione e del Comitato del sì. “Quel ‘seguire con attenzione’ – dicono – sembra glissare sulla volontà espressa dai cittadini”. L’accordo – insomma – viene visto come una sorta di palliativo, un contentino per frenare senza troppe polemiche la corsa verso l’annessione.
“Critiche infondate. La questione era già sul tavolo prima del referendum – afferma Palmiro Ucchielli, Presidente della Provincia di Pesaro/Urbino – è assolutamente normale che le regioni confinanti collaborino su questi temi; i rapporti di buon vicinato continueranno anche in seguito all’eventuale secessione”.
Sulla stessa linea il Presidente della Provincia di Rimini, Ferdinando Fabbri. “In attesa che sia perfezionato l’iter legislativo avviato a seguito del referendum - dice -, abbiamo deciso di attuare in sinergia alcuni interventi. Si tratta di opere indispensabili, che non potevamo procrastinare”.

Riproduzione riservata ©