Dopo quasi due anni tutto è fermo, o quasi, al 6 aprile 2009. Il centro storico è ingabbiato in zone rosse, impenetrabili a chiunque non abbia un apposito permesso, non esiste un piano che possa favorire l’iniziativa privata. La zona è tutt’ora presidiata dai militari. Controlli rigidi ma disponibilità alla nostra telecamera. Si avverte il senso del vuoto, la frustrazione, la solitudine. L’Aquila e i 53 comuni del cratere sono diventati per mesi “l’epicentro solidale e mediatico”, e oggi gli occhi e il cuore sono rivolti alla tragedia del Giappone. Gli aquilani vedono un microfono e una telecamera e ci vengono incontro. Promesse non mantenute e il futuro che non c’è. Sta per arrivare il secondo anniversario del terremoto. Sono passati davvero due anni?. Nel video le voci di alcuni cittadini
Lorenzo Giardi
Lorenzo Giardi
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