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La questione della sicurezza sulla rupe. Un bimbo ha rischiato grosso

13 lug 2007
Veduta del monte Titano
Veduta del monte Titano
C’è un percorso da fare almeno una volta. Ed è quello con il quale solitamente i turisti debuttano in Repubblica. Dalla prima alla terza torre è un paradiso, una passeggiata con scorci che sembrano appoggiati da un pennello su una tela.
Alcuni passaggi di questa camminata mozzafiato sono obiettivamente critici. Nel senso che non servono le ferrate e nemmeno le guide alpine, ma quel buon senso che a volte chi va in vacanza lascia a casa. Ci sono situazioni di pericolo alimentate dall’imperizia. Ce ne sono altre reali.
La prima cosa che viene in mente è quella di interventi di messa in sicurezza, alzare i muretti, istallare le reti. Ma l’impatto ambientale potrebbe essere devastante. Che diritto c’è, occorre chiedersi, dietro alla sporcatura di questi paesaggi quando poi con l’attenzione è possibile evitare i problemi? Una volta giunti alla terza torre, poi, si possono tranquillamente indossare anche i tacchi a spillo.
L’episodio di due giorni fa, con un bambino che ha rischiato di brutto, non è purtroppo un caso isolato. E quindi è giusto porre il problema. Che non è ancora detto sia un problema di misure straordinarie, probabilmente è solo di diligenza media.

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