Prosegue l’attività investigativa che ha portato, lo scorso 5 giugno, al sequestro di un furgone blindato che trasportava 2 milioni e 600mila euro da Cesena a San Marino.
Quella che ormai sembra essere una guerra tra San Marino e la Procura della Repubblica di Forlì si sta sviluppando su due fronti: giudiziario e diplomatico. “Ci sono oltre 100 anni di storia bancaria da difendere”, ha detto il Segretario di Stato per gli Affari Esteri Fiorenzo Stolfi al collega italiano Franco Frattini. Se ci sono dei problemi, non possono essere gestiti dai tribunali, ma dai rapporti bilaterali. E mentre gli incontri in corso fra Banca d’Italia e Banca Centrale vanno in questa direzione, il Procuratore Capo di Forlì Alessandro Mancini, fa quadrato attorno all’inchiesta del suo sostituto procuratore Fabio Di Vizio, rigetta le ipotesi di un attacco al sistema San Marino, ma conferma le ipotesi di reato. In una intervista a Rai3 dell’Emilia Romagna, Mancini ha prima di tutto precisato che “le indagini sono state condotte nel circondario di Forlì-Cesena. Non ci siamo spinti oltre”.
Poi ha negato che sia in corso un attacco al sistema bancario e finanziario sammarinese. “Noi - ha detto - abbiamo portato avanti semplicemente delle indagini da un punto di vista giudiziario. Altre questioni, semmai, riguardano Banca d’Italia o altri”. Dal 2004 ad oggi, secondo Mancini, sarebbe transitata verso il Titano una notevole mole di denaro. Per i trasferimenti sarebbero stati utilizzati codici a suo avviso diversi da quelli previsti. “Il percorso dei soldi e le somme individuate - ha concluso - fanno supporre un’operazione di riciclaggio”.
Quella che ormai sembra essere una guerra tra San Marino e la Procura della Repubblica di Forlì si sta sviluppando su due fronti: giudiziario e diplomatico. “Ci sono oltre 100 anni di storia bancaria da difendere”, ha detto il Segretario di Stato per gli Affari Esteri Fiorenzo Stolfi al collega italiano Franco Frattini. Se ci sono dei problemi, non possono essere gestiti dai tribunali, ma dai rapporti bilaterali. E mentre gli incontri in corso fra Banca d’Italia e Banca Centrale vanno in questa direzione, il Procuratore Capo di Forlì Alessandro Mancini, fa quadrato attorno all’inchiesta del suo sostituto procuratore Fabio Di Vizio, rigetta le ipotesi di un attacco al sistema San Marino, ma conferma le ipotesi di reato. In una intervista a Rai3 dell’Emilia Romagna, Mancini ha prima di tutto precisato che “le indagini sono state condotte nel circondario di Forlì-Cesena. Non ci siamo spinti oltre”.
Poi ha negato che sia in corso un attacco al sistema bancario e finanziario sammarinese. “Noi - ha detto - abbiamo portato avanti semplicemente delle indagini da un punto di vista giudiziario. Altre questioni, semmai, riguardano Banca d’Italia o altri”. Dal 2004 ad oggi, secondo Mancini, sarebbe transitata verso il Titano una notevole mole di denaro. Per i trasferimenti sarebbero stati utilizzati codici a suo avviso diversi da quelli previsti. “Il percorso dei soldi e le somme individuate - ha concluso - fanno supporre un’operazione di riciclaggio”.
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