La Scozia dice no all’indipendenza, al termine di un atteso referendum che ha spaccato la nazione e tenuto la Gran Bretagna e l’Europa con il fiato sospeso: 55.3% agli unionisti contro il 44.7% degli indipendentisti.
Ci aveva sperato, Alex Salmond, leader indipendentista che ha trascinato la Scozia alle soglie di una decisione storica mentre David Cameron può finalmente tranquillizzarsi: tutto rimarrà tale, ma con la promessa di maggiori poteri non solo alla Scozia ma alle altre nazioni che compongono il Regno Unito.
A scrutinio concluso, il no ha preso oltre due milioni di voti contro un milione e seicentomila preferenze per il sì, raggiungendo anche un record di affluenza per la nazione scozzese: circa l’85% dei 4.2 milioni che si erano registrati per votare si sono recati alle urne. Dopo lo spoglio, durato tutta la notte, i primi dati sembravano dar ragione agli indipendentisti. Poi, in mattinata, il dato di Edimburgo, che vota convintamente per gli unionisti, 61% al no contro il 39% del no e il prevalere sempre maggiore della preoccupazione per i rischi economici e l’incertezza politica che l’indipendenza avrebbe potuto comportare.
Giovedì le urne sono state aperte della 7 alle 22 ora locale, quindici ore per decidere se separarsi per sempre dalla Gran Bretagna o mantenere intatto un legame che dura dal 1707.
Ci aveva sperato, Alex Salmond, leader indipendentista che ha trascinato la Scozia alle soglie di una decisione storica mentre David Cameron può finalmente tranquillizzarsi: tutto rimarrà tale, ma con la promessa di maggiori poteri non solo alla Scozia ma alle altre nazioni che compongono il Regno Unito.
A scrutinio concluso, il no ha preso oltre due milioni di voti contro un milione e seicentomila preferenze per il sì, raggiungendo anche un record di affluenza per la nazione scozzese: circa l’85% dei 4.2 milioni che si erano registrati per votare si sono recati alle urne. Dopo lo spoglio, durato tutta la notte, i primi dati sembravano dar ragione agli indipendentisti. Poi, in mattinata, il dato di Edimburgo, che vota convintamente per gli unionisti, 61% al no contro il 39% del no e il prevalere sempre maggiore della preoccupazione per i rischi economici e l’incertezza politica che l’indipendenza avrebbe potuto comportare.
Giovedì le urne sono state aperte della 7 alle 22 ora locale, quindici ore per decidere se separarsi per sempre dalla Gran Bretagna o mantenere intatto un legame che dura dal 1707.
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