Nel 2007 almeno il 40 o 50% dei pazienti chirurgici chiedeva di poter essere operato nelle strutture oltre confine, con costi che ricadevano nelle casse della sanità pubblica, “ma da ottobre 2007 – spiega il professor Elio Jovine, a capo dell’equipe che sta operando nel reparto, col suo braccio destro professor Landolfo – nessun paziente ha fatto domanda per andare fuori. Il reparto è stato abbastanza rivoluzionato – continua – ed abbiamo riacquistato la fiducia degli utenti, che è la cosa più importante. Quando siamo arrivati la situazione era difficile: a quel punto si poteva solo risalire”. In sala operatoria sono iniziati interventi che prima non venivano eseguiti, come al colon per via laparoscopica. A breve arriveranno investimenti di rilievo e verranno acquistate macchine multidisciplinari. “Abbiamo investito molto anche e soprattutto nelle risorse umane – continua il professor Jovine – il professor Landolfo è il mio facente funzioni, poi opera anche un mio allievo. La chirurgia in rete – dice – è la chirurgia del futuro, e ora San Marino è entrato in rete: serve per dare uno standard di qualità elevato a tutte le operazioni, perché in questo modo si assicurano i trattamenti già sperimentati nelle altre realtà sanitarie”. A quanto pare gli interventi chirurgici più frequenti riguardano il tumore allo stomaco, la cui incidenza è più elevata a San Marino che in Italia. Praticamente il doppio: se in Italia si ammala uno su 100mila, a San Marino sono 2 su 100mila.
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