Una brutta storia di prostituzione, questa volta resa particolarmente squallida dal fatto che le ragazze, costrette a prostituirsi, erano sordomute reclutate nei circoli ricreativi per disabili di paesi russi ad alto tasso di povertà. Alle giovani, poco più che ventenni, veniva promesso un lavoro redditizio in Italia attraverso la vendita di gadgets nei ristoranti delle varie località turistiche della penisola. Una volta in Italia veniva tolto loro il passaporto e, con minacce, erano costrette a prostituirsi, sottoponendole ad una attività di controllo continua e adducendo la scusa che dovevano ripianare il debito contratto per l’ingresso e il soggiorno in Italia. I carabinieri di Riccione hanno anche accertato che la brutalità degli organizzatori di questo sodalizio si è spinta fino al punto di costringere una giovane donna a prostituirsi nonostante l’avanzato stato di gravidanza per poi farla abortire. Non volevano che l’assenza per gestazione interrompesse la redditizia attività. A capo di questo racket una donna di 42 anni, anche lei russa e sordomuta, che dopo avere ottenuto la residenza in Italia comprando per 2mila euro un finto matrimonio con un 44enne di Alessandria, ha iniziato il reclutamento delle ragazze. 12 le persone sicuramente sfruttate. L’indagine dei carabinieri è partita nel dicembre scorso, dopo la denuncia presentata da una giovane straniera sordomuta.
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