Mentre Rete torna sul traffico di rifiuti pericolosi che ha portato allo smantellamento di una associazione per delinquere collegata con la Metalcoop di Gambettola e con la Metal World di Acquaviva. Rete ricorda di averne parlato in un’interpellanza a luglio 2013 e in Commissione territorio nel 2014. Il Segretario Mularoni, scrive il Movimento, aveva assicurato un monitoraggio trasparente. Eppure solo dopo i primi arresti italiani, puntualizza in una nota, il Congresso di Stato si è accorto che in manette erano finiti anche due soci della ditta sammarinese, Marcello Spada e Davide Gerardi, e che quindi fosse il caso di sospendere la licenza. Senonché la ditta cambia amministratore e dopo pochi mesi il governo decide di riattivare la licenza, nonostante fosse ancora in corso l’esame della documentazione reperita a seguito dei controlli. Crediamo, prosegue Rete, che sarebbe un bel segnale sapere che San Marino abbia collaborato alle indagini italiane, per chiarire una volta per tutte gli eventuali collegamenti tra la ditta di San Marino, l’Azienda di Stato che vi collabora e gli affari poco chiari a Gambettola: al contrario - conclude Rete - ci risulta che la Metal World di Acquaviva abbia chiuso i battenti proprio pochi giorni fa. Sulla vicenda interviene anche il Movimento 5 stelle di Rimini. Potrebbe avere ricevuto contributi pubblici la cooperativa sociale coinvolta nell'indagine Heavy metal della Polizia municipale e della Guardia di finanza di Rimini sul traffico di rifiuti pericolosi, in parte provenienti dalla Repubblica di San Marino. Cosi' a livello regionale il Movimento 5 Stelle presenta un''interrogazione per fare chiarezza. Secondo i consiglieri Gianluca Sassi e Raffaella Sensoli l''inchiesta "rappresenta piu' di un campanello d''allarme per quel che riguarda la gestione dei rifiuti sul nostro territorio". In particolare per quelli che provengono direttamente da San Marino che dovrebbero "essere tracciati ma evidentemente cosi' non e'".
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