La sezione 1 completamente da ristrutturare, scarse risorse per le attività in officina e carenza di personale, soprattutto per quanto riguarda la Polizia penitenziaria. Sono alcune delle criticità rilevate ieri nel carcere di Rimini da una delegazione composta da Nadia Rossi, consigliera regionale Pd Emilia-Romagna, Ivan Innocenti, Associazione Radicale Piero Capone, Francesco Bragagni, vicesegretario regionale Psi e Giulia Corazzi, consigliera comunale di Rimini.
Dopo la visita si è tenuta anche una conferenza stampa, alla presenza di Patrick Francesco Wild, referente Avvocato di Strada Onlus Rimini, e di Alice Casadei, segretaria circolo Pd Rimini centro, per analizzare le varie problematiche presenti nel carcere, nonostante evidenti miglioramenti rispetto agli anni passati.
Secondo Innocenti i detenuti attualmente sono 163, di cui più della metà stranieri, con 73 tossicodipendenti e alcune decine con condanne già passate in giudicato. La delegazione ha appurato il "notevole miglioramento del funzionamento della magistratura di sorveglianza, così come è stata accolta positivamente la chiusura della sezione 6 dedicata ai transessuali, che era in pessime condizioni e creava un isolamento dei detenuti presenti, con grave violazione dei diritti umani e della dignità". Anche la presenza "saltuaria della direttrice", impegnata a dirigere anche le strutture di Ancona e Fossombrone, è stata "unanimemente ritenuta un problema rilevante per l'istituto".
Dopo la visita si è tenuta anche una conferenza stampa, alla presenza di Patrick Francesco Wild, referente Avvocato di Strada Onlus Rimini, e di Alice Casadei, segretaria circolo Pd Rimini centro, per analizzare le varie problematiche presenti nel carcere, nonostante evidenti miglioramenti rispetto agli anni passati.
Secondo Innocenti i detenuti attualmente sono 163, di cui più della metà stranieri, con 73 tossicodipendenti e alcune decine con condanne già passate in giudicato. La delegazione ha appurato il "notevole miglioramento del funzionamento della magistratura di sorveglianza, così come è stata accolta positivamente la chiusura della sezione 6 dedicata ai transessuali, che era in pessime condizioni e creava un isolamento dei detenuti presenti, con grave violazione dei diritti umani e della dignità". Anche la presenza "saltuaria della direttrice", impegnata a dirigere anche le strutture di Ancona e Fossombrone, è stata "unanimemente ritenuta un problema rilevante per l'istituto".
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