A Rimini sul fronte del turismo si respira la stessa aria del Titano. Da una parte i dati ufficiali, che confermano il calo di presenze ma lo contengono in percentuali tutto sommato basse, dall’altra gli esercenti che contestano a gran voce i numeri diffusi. Le cifre dell’osservatorio turistico regionale parlano chiaro : la flessione è meno negativa di quanto si dice. Dall’inizio della stagione sino alla fine di luglio Rimini ha subito una contrazione del 4%. Ad incidere negativamente il mese di giugno che ha toccato un – 2,3% anche a causa delle avverse condizioni climatiche. Luglio ha registrato invece un calo del 5,2%. In netto recupero il mese di agosto. Trademark Italia fa anche riferimento ai dati rilevati alle uscite autostradali che individuano un aumento del 4,4% a Rimini e un +7% a Cattolica. Di tutt’altro avviso gli operatori turistici che parlano invece di un calo a due cifre. Secondo la cooperativa bagnini la crisi non è discutibile. Basta guardare i parcheggi sul lungo mare per rendersene conto: strapieni sino a qualche anno fa, con posti vuoti oggi. Se le zone balneari soffrono, gli alberghi non stanno meglio; la crisi ha infatti bussato anche alla loro porta. L’ultima spiaggia, per recuperare in parte il magro incasso, è rappresentata da agosto, il mese più caldo dell’anno sul fronte degli arrivi. I turisti sono in calo, quelli che ci sono non spendono. Questa l’amara considerazione di alcuni operatori del commercio. Una cosa è certa ; il caro vacanze ha avuto una parte importante in questa depressione turistica. Secondo l’Istat i prezzi negli ultimi tre anni hanno subito un aumento considerevole. Un rincaro del + 24,8% per i parchi divertimento, un + 23,3% fra il 2001 e il 2002 per i servizi degli stabilimenti balneari. Senza dimenticare ristoranti e pizzerie che, sempre secondo gli indici istat, costano il 4,5% in più rispetto al 2003. Gli hotel, in linea con il dato generale dell’inflazione, hanno aumentato le proprie tariffe del 2,3%. La riviera romagnola che ha sempre puntato su prezzi modici per conquistare le famiglie, ora deve fare i conti con cifre meno alla portata di tutti. Sotto accusa principalmente l’extra alberghiero. Se gli albergatori cercano di contenere i costi, i turisti lamentano rincari eccessivi. Un esempio su tutti : il vecchio gelato da 1.500 lire oggi costa 1 euro e 50.
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