A Rimini nel Giardino dei Giusti inaugurato un anno fa in una porzione del Parco XXV Aprile, lato Ponte Tiberio, è stata apposta sul cippo commemorativo - dopo quella dedicata a Ezio Giorgetti e Osman Carugno - una seconda targa in onore di un altro Giusto tra le Nazioni: Guido Morganti. Il sarto cattolichino nel 1943 salvò 13 ebrei dalle persecuzioni razziali. Non parlò mai né in pubblico, né in privato del suo gesto, di cui aveva messo al corrente solo la moglie, cosicché se ne venne ufficialmente a conoscenza solo molti decenni dopo tramite la testimonianza di Cesare Moisé Finzi, protagonista dell'episodio assieme al cugino avvocato Cesare Rimini. Lo stesso Finzi, ora 85enne - durante la cerimonia odierna - ha raccontato i fatti, ricostruiti dettagliatamente anche nel suo libro "Qualcuno si è salvato", curato insieme a Lidia Maggioli. Presenti alla commemorazione anche la figlia di Guido Morganti, Bruna; l'Assessore riminese, Irina Imola; il Sindaco di Cattolica, Piero Cecchini; il rabbino Luciano Meir Caro, e l'editore riminese, Giovanni Luisé.
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