Il ricorso all’energia prodotta con il petrolio è troppo elevato. La Provincia di Rimini traccia il bilancio energetico del 2010 e scopre che oltre il 33% delle risorse energetiche utilizzate sul territorio derivano dal petrolio, il 46% dal gas naturale, il 18 dall’energia elettrica e solo il 3 per cento dalle fonti rinnovabili. Tradotto in termini economici questo significa bollette pesanti ed esborsi economici elevati; sotto il profilo ambientale significa un forte impatto in termini di gas inquinanti immessi nell’atmosfera. La volontà è quella di invertire la tendenza e rientrare nei limiti fissati dall’Unione Europea. Obiettivo da raggiungere attraverso il Piano di Azione Provinciale, per la promozione del risparmio energetico e delle fonti energetiche rinnovabili, che entro il 2020 mira a tagliare del 20% il consumo di energia; incrementare della stessa percentuale le fonti rinnovabili; aumentare almeno del 10% i biocarburanti, ridurre le emissioni di CO2. Le industrie del riminese consumano il 17,23% del totale di energia; i trasporti il 26,53; il terziario il 20,75, di cui il turismo il 6,22. Il residenziale incide del 35,22% e l’agricoltura solo per l’1,26%. Tra le principale azioni promosse dal Piano Provinciale c’è il sostegno a progetti di ricerca e innovazione, l’avvio di progetti di filiera della green economy, lo Sviluppo di Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate, la Riqualificazione di edifici pubblici e privati, il miglioramento del Trasporto Pubblico Locale, lo Sviluppo di una Mobilità lenta e ciclopedonale.
Sergio Barducci
Sergio Barducci
Riproduzione riservata ©