Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, all’interrogatorio di garanzia davanti al gip di Bologna, i due tenenti colonnelli della Finanza, Enzo di Giovanni e Massimiliano Parpiglia; finiti ai domiciliari con l’accusa di aver ricevuto denaro in cambio di una verifica fiscale “addomesticata”, per nascondere lo stato di insolvenza della Rimini Yacht. “Una volta consultati gli atti dell’inchiesta - promettono però i legali –, i nostri assistiti si faranno interrogare dal pm”. Già presentata una istanza di revoca della misura cautelare, al Tribunale del Riesame. Ha invece risposto alle domande del Giudice per le Indagini Preliminari il maresciallo Luigi Giannetti; insieme ai due dipendenti della Rimini Yacht, finiti nel registro degli indagati. Massimo riserbo sull’esito dell’interrogatorio. Domani, invece, sarà sentito Felice Curcio: il quarto ufficiale delle Fiamme Gialle coinvolto nel filone bolognese dell’inchiesta. Al momento dell’esecuzione delle ordinanze di custodia era all’estero. Ieri sera si è consegnato alle Forze dell’Ordine. Nessuna notizia, invece, del 45enne Giulio Lolli, la mente della truffa. Il presidente di Rimini Yacht è irreperibile da Maggio. Altre 4 persone sono indagate a piede libero. Per l’accusa, la fasulla certificazione dei conti in regola, da parte dei 4 finanzieri indagati, avrebbe permesso alla società di Lolli di trarre in inganno banche ed acquirenti.
Gianmarco Morosini
Gianmarco Morosini
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