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Rischio “Cavallo di Troia”: perché l'Italia dovrebbe aiutare il Titano, nell'analisi di Igor Pellicciari

Vi è la concreta possibilità che l'SOS sammarinese venga raccolto da un fondo privato

22 apr 2020
Rischio “Cavallo di Troia”: perché l'Italia dovrebbe aiutare il Titano, nell'analisi di Igor Pellicciari

La situazione sammarinese parrebbe invisibile nei radar italiani, sia da quelli dei media – che hanno esclusivamente evidenziato la statistica che vuole la Repubblica come paese con “la maggiore percentuale di contagi di Covid-19 al mondo” - sia della politica estera, nonostante le note difficoltà, acuite poi dalla pandemia. Questo è ciò che afferma Igor Pellicciari, professore di Storia delle Relazioni internazionali all'Università di Urbino e alla Luiss Guido Carli.

In un'analisi sulla testata online formiche.net, avverte come sia un errore, per l'Italia, non rispondere alle richieste d'aiuto di San Marino; che aveva chiuso da tempo – rimarca Pellicciari - la stagione della “finanza creativa”, “peraltro pare sviluppata con importanti complicità italiane”. Il primo rischio, per Roma, sarebbe quello di una possibile perdita di influenza “sullo spazio sammarinese”. L'appello del Titano potrebbe infatti essere raccolto da altri soggetti. Il Fondo Monetario Internazionale, “che è in procinto di dare 20 milioni senza condizioni per l’emergenza sanitaria”, avrebbe però nella sostanza anticipato - in cambio di “un aiuto più consistente” - la richiesta di “una serie di riforme sociali dure da digerire” anche in tempi normali. Improbabile, inoltre – secondo Pellicciari -, l'intervento di fondi sovrani riconducibili a Cina e Russia; e questo per una serie di ragioni: dall'interesse a “macro-scenari più appetibili” (come l'Italia), alla necessità di far fronte alla crisi del Covid all'interno dei propri confini nazionali. Senza contare poi la cautela per un intervento a sostegno di un Paese “che è si neutrale ma pur sempre collocato nell’area atlantica”. Per Pellicciari, allora, vi è la concreta possibilità che l'SOS sammarinese venga raccolto da un “soggetto terzo, non necessariamente pubblico, ma rispondente a logiche di tipo speculativo”. Un fondo privato, dunque, che “con un importo relativamente basso” si aggiudicherebbe uno Stato sovrano. Da qui la domanda: Roma può permettersi di avere “in casa” un potenziale Cavallo di Troia, per di più all'interno di un'area fortemente produttiva?

Mentre nell'immediato, l'”abbandono” di San Marino potrebbe vanificare la richiesta italiana di solidarietà europea. Per Pellicciari, infatti, sarebbe una contraddizione applicare al Titano “la stessa logica” con la quale si rivolgono a Roma i Paesi del Nord Europa.


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