Un mercato che non conosce crisi, quello dei falsi. Anzi, cresce esponenzialmente proprio nei periodi di recessione: quando la voglia di farsi vedere con prodotti griffati resta immutata, ma di quattrini – nelle tasche – ce ne sono pochi. Può sembrare una battaglia contro i mulini a vento, quella delle Forze dell’Ordine… ma gli strumenti repressivi, almeno in teoria, non mancano. Acquistare un falso può costare carissimo: in Italia si rischiano multe da 500 a 10.000 euro; per non parlare, poi, dei possibili risvolti penali quando si acquistano articoli di dubbia provenienza. Fino ad ora – tuttavia – sanzioni di questo tipo sono state applicate rarissimamente; scatenando inoltre accesi dibattiti sull’opportunità di punizioni così severe. E allora si punta su un cambio di mentalità, informando il più possibile i cittadini – innanzitutto – sui danni arrecati, da questo fenomeno, al tessuto economico del Paese. E poi ci sono i rischi alla salute. Il numero di prodotti contraffatti, potenzialmente pericolosi, è salito nell’ultimo anno del 33%. Sul banco degli imputati soprattutto merci cinesi: ad esempio abiti e scarpe trattati con nichel e cromo esavalente. Prodotti che possono generare tumori e mutazioni genetiche. Ci sono poi i cibi e cosmetici falsi: temuti dal 94% degli italiani. Spesso sono fatti con sostanze allergizzanti e nulla si sa circa la provenienza degli ingredienti. Decisamente non è il caso di rischiare.
Gianmarco Morosini
Gianmarco Morosini
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