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Roghi in Repubblica: è caccia ai piromani

3 mar 2007
Incendio
Incendio
E’ stata una notte tranquilla in Repubblica, una notte senza fuoco. Quella che dovrebbe essere la normalità sta diventando una eccezione in queste ultime due settimane dove la cronaca ha dapprima registrato cassonetti bruciati, poi il rogo appiccato vicino all’abitazione dei familiari del comandante della Polizia civile, infine, l’incendio che da San Giovanni si è propagato, a causa del forte vento, fino alla zona industriale di Ca' Chiavello, risalendo dal castello di Faetano verso quello di Fiorentino e bruciando complessivamente 30 ettari di terreno.
Gli agenti della Polizia civile e i Vigili del fuoco di Rimini e Novafeltria hanno dovuto operare in condizioni davvero difficili, mettendo a rischio la loro incolumità.
Si indaga sulle cause ma sembra ormai certa l’origine dolosa dell’incendio.
Il Governo ha chiesto ai Comandati delle forze dell’ordine di predisporre un piano operativo d’emergenza, diretto a prevenire e contrastare ulteriori reati. Una richiesta più che mai necessaria, quella avanzata dall’Esecutivo, perché è come se la banda o il singolo piromane che in queste settimane ha appiccato il fuoco in diverse zone del territorio, avesse adottato una sorta di escalation criminosa, cercando anche obiettivi di forte impatto simbolico.
Se infatti i roghi nei cassonetti potevano sembrare opera di una banda di ragazzini, gli ultimi due episodi hanno impresso alla vicenda un corso diverso e più allarmante, aprendo una vera e propria caccia al piromane.

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