Roma ha accolto il presidente della Turchia Erdogan schierando oltre 3000 poliziotti e istituendo zone off limits. Incontri col Papa, col presidente della Repubblica Mattarella e il presidente del Consiglio Gentiloni.
L'Italia è il primo Paese a ricevere il presidente turco dall'ultimo attacco delle forze armate di Ankara su Afrin, in Siria, causando decine di vittime tra i combattenti e i civili curdi, da sempre impegnati nella lotta contro l'Isis. E proprio le proteste erano il rischio maggiore: alcune, non autorizzate, sono state impedite già domenica, durante l'Angelus di Papa Francesco. Pontefice che ha ricevuto il presidente turco in Vaticano, mentre nei giardini di Castel Sant'Angelo circa 150 persone aderivano alla manifestazione indetta dalla Rete Kurdistan Italia. Le associazioni curde ritengono che ad Afrin sia in corso un nuovo crimine contro l'umanità. La protesta è degenerata, ci sono stati scontri con le forze dell'ordine che dunque l'hanno fatta terminare prima del previsto, e due le persone fermate.
Accompagnato nel suo soggiorno romano di due giorni da moglie, figlia e cinque ministri, Erdogan è rimasto da solo quasi un'ora col Papa. E' il primo capo di Stato turco a recarsi in Vaticano da quasi 60 anni: ha ricevuto in dono un medaglione con un angelo della pace che “strangola il demone della guerra, simbolo di un mondo basato sulla pace e sulla giustizia”, ha detto Francesco. Erdogan ha invece donato al Papa un grande quadro di ceramica con il panorama di Istanbul e un cofanetto di libri del teologo musulmano Mevlana Rumi.
Si è parlato della condizione della comunità cattolica in Turchia, dell'impegno sui profughi e della situazione in Medio Oriente, in particolare lo Statuto di Gerusalemme, riconosciuta capitale d'Israele dall'amministrazione Trump tra le proteste delle capitali mediorientali, e sulla necessità di promuovere pace e stabilità nella Regione attraverso il dialogo e il negoziato, riporta una nota della Santa Sede, nel rispetto dei diritti umani e della legalità internazionale.
Nella capitale in campo 3.500 uomini per garantire la sicurezza, oltre ai 54 uomini armati giunti con Erdogan, autorizzati dal ministero degli Esteri italiano. Tra gli accompagnatori, anche un assaggiatore, incaricato di testare ogni cibo destinato al presidente turco, ma il Quirinale, dove si è svolto il pranzo ufficiale col presidente Mattarella, avrebbe gentilmente declinato la proposta, riporta il quotidiano “La Repubblica”, assicurando sulla bontà e genuinità del cibo servito. Ultimo incontro ufficiale, quello col presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, ma senza giornalisti né conferenza stampa finale.
L'associazione magistrati e la Federazione stampa italiana avevano chiesto al presidente della Repubblica di sollevare la questione dei diritti umani con Erdogan: “Le continue violazioni dei diritti umani – scrivono – destano grande preoccupazione: magistrati, giornalisti, avvocati, insegnanti, sono stati licenziati e arrestati, in assenza di contestazioni”.
Francesca Biliotti
L'Italia è il primo Paese a ricevere il presidente turco dall'ultimo attacco delle forze armate di Ankara su Afrin, in Siria, causando decine di vittime tra i combattenti e i civili curdi, da sempre impegnati nella lotta contro l'Isis. E proprio le proteste erano il rischio maggiore: alcune, non autorizzate, sono state impedite già domenica, durante l'Angelus di Papa Francesco. Pontefice che ha ricevuto il presidente turco in Vaticano, mentre nei giardini di Castel Sant'Angelo circa 150 persone aderivano alla manifestazione indetta dalla Rete Kurdistan Italia. Le associazioni curde ritengono che ad Afrin sia in corso un nuovo crimine contro l'umanità. La protesta è degenerata, ci sono stati scontri con le forze dell'ordine che dunque l'hanno fatta terminare prima del previsto, e due le persone fermate.
Accompagnato nel suo soggiorno romano di due giorni da moglie, figlia e cinque ministri, Erdogan è rimasto da solo quasi un'ora col Papa. E' il primo capo di Stato turco a recarsi in Vaticano da quasi 60 anni: ha ricevuto in dono un medaglione con un angelo della pace che “strangola il demone della guerra, simbolo di un mondo basato sulla pace e sulla giustizia”, ha detto Francesco. Erdogan ha invece donato al Papa un grande quadro di ceramica con il panorama di Istanbul e un cofanetto di libri del teologo musulmano Mevlana Rumi.
Si è parlato della condizione della comunità cattolica in Turchia, dell'impegno sui profughi e della situazione in Medio Oriente, in particolare lo Statuto di Gerusalemme, riconosciuta capitale d'Israele dall'amministrazione Trump tra le proteste delle capitali mediorientali, e sulla necessità di promuovere pace e stabilità nella Regione attraverso il dialogo e il negoziato, riporta una nota della Santa Sede, nel rispetto dei diritti umani e della legalità internazionale.
Nella capitale in campo 3.500 uomini per garantire la sicurezza, oltre ai 54 uomini armati giunti con Erdogan, autorizzati dal ministero degli Esteri italiano. Tra gli accompagnatori, anche un assaggiatore, incaricato di testare ogni cibo destinato al presidente turco, ma il Quirinale, dove si è svolto il pranzo ufficiale col presidente Mattarella, avrebbe gentilmente declinato la proposta, riporta il quotidiano “La Repubblica”, assicurando sulla bontà e genuinità del cibo servito. Ultimo incontro ufficiale, quello col presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, ma senza giornalisti né conferenza stampa finale.
L'associazione magistrati e la Federazione stampa italiana avevano chiesto al presidente della Repubblica di sollevare la questione dei diritti umani con Erdogan: “Le continue violazioni dei diritti umani – scrivono – destano grande preoccupazione: magistrati, giornalisti, avvocati, insegnanti, sono stati licenziati e arrestati, in assenza di contestazioni”.
Francesca Biliotti
Riproduzione riservata ©