I lavori per la realizzazione della metro C, terza linea metropolitana di Roma, non verranno ulteriormente finanziati. Si fermeranno al Colosseo, “poi si vedrà”, ha detto la sindaca. A rischio anche 170 dipendenti di Roma Metropolitane.
Dopo il no alle Olimpiadi, il no anche alla metro C. Finora la gestione a cinque stelle della giunta di Virginia Raggi si sta caratterizzando per dinieghi. L'agognata terza linea, inaugurata a Centocelle due anni fa, dopo infiniti ritardi, e che avrebbe dovuto collegare i castelli romani a Prati, e nei sogni di qualcuno, passando per piazza Venezia e Vaticano, anche al cuore di Roma Nord, all'ospedale Sant'Andrea, si fermerà al Colosseo.
Al momento deve ancora raggiungere San Giovanni, ma oltre i Fori non andrà, perché “poi si vedrà”, ha detto all'assemblea capitolina la sindaca. Cosa comporta questa affermazione?
L'ex consigliere De Luca aveva denunciato sprechi e cattiva gestione dell'opera, con mancanza di controlli e vigilanza, oltre alle responsabilità di Roma Metropolitane, che oggi senza la ricapitalizzazione rischia la chiusura: i costi sono lievitati, ma la realtà è che un'opera pensata per trasportare 600mila passeggeri al giorno, oggi ne porta appena 50mila. E il punto, continua De Luca, non può essere “si vedrà”, bisogna fare altre cose, come costringere la soprintendenza a fare un computo dei costi e prendere decisioni, “vivere alla giornata rispetto a un'opera del genere è irresponsabile”, conclude.
Francesca Biliotti
Nel video l'intervista a Athos De Luca responsabile forum ambiente Pd
Dopo il no alle Olimpiadi, il no anche alla metro C. Finora la gestione a cinque stelle della giunta di Virginia Raggi si sta caratterizzando per dinieghi. L'agognata terza linea, inaugurata a Centocelle due anni fa, dopo infiniti ritardi, e che avrebbe dovuto collegare i castelli romani a Prati, e nei sogni di qualcuno, passando per piazza Venezia e Vaticano, anche al cuore di Roma Nord, all'ospedale Sant'Andrea, si fermerà al Colosseo.
Al momento deve ancora raggiungere San Giovanni, ma oltre i Fori non andrà, perché “poi si vedrà”, ha detto all'assemblea capitolina la sindaca. Cosa comporta questa affermazione?
L'ex consigliere De Luca aveva denunciato sprechi e cattiva gestione dell'opera, con mancanza di controlli e vigilanza, oltre alle responsabilità di Roma Metropolitane, che oggi senza la ricapitalizzazione rischia la chiusura: i costi sono lievitati, ma la realtà è che un'opera pensata per trasportare 600mila passeggeri al giorno, oggi ne porta appena 50mila. E il punto, continua De Luca, non può essere “si vedrà”, bisogna fare altre cose, come costringere la soprintendenza a fare un computo dei costi e prendere decisioni, “vivere alla giornata rispetto a un'opera del genere è irresponsabile”, conclude.
Francesca Biliotti
Nel video l'intervista a Athos De Luca responsabile forum ambiente Pd
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