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San Marino: consegnata la Medaglia d’Onore alla memoria di Angelo Minguzzi, combattente per la libertà

Un omaggio al soldato italiano deportato in un lager dai tedeschi: la sua storia è un monito per ricordare il valore della pace. Con il Titano, un legame di discendenza

27 gen 2025

All'Ambasciata d'Italia a San Marino il la consegna della medaglia d'onore - l'unica conferita all'estero quest'anno - alla memoria di Angelo Minguzzi, soldato italiano deportato nella seconda guerra mondiale, ai suoi familiari sammarinesi. Ecco la sua storia:  Angelo Minguzzi nasce il 1 novembre 1914 a Granarolo Faentino, in provincia di Ravenna. Fin da giovane lavora con dedizione nei campi di famiglia, fino a quando, a 27 anni, viene chiamato alle armi come caporale, nella Seconda guerra mondiale.

Combatte sul fronte greco-albanese e poi su quello balcanico. Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, viene catturato e deportato in un lager dai tedeschi. Entra così a far parte di quella che viene chiamata la prima Resistenza italiana: come lui oltre 650mila militari della Penisola preferiscono i campi di detenzione alle fila dell'esercito tedesco. Decine di migliaia, come lui, hanno pagato questa scelta con la vita. Prima di impugnare le armi Angelo si sposa e diventa padre. Un figlio che abbraccia una volta soltanto, prima di partire e non tornare più.

Quel figlio, Sebastiano, ha scelto San Marino come propria casa, dando il via a una discendenza di cittadini del Titano e a un legame italo-sammarinese. Sono proprio loro a ritirare la Medaglia d'onore alla sua memoria, conferitagli dalla presidenza del Consiglio dei Ministri e consegnatagli in una cerimonia all'Ambasciata d'Italia. 

"Con me c'è Gianluca, mio fratello - racconta Sabrina Minguzzi, nipote di Angelo -. Purtroppo ci doveva essere mio babbo a ritirare la medaglia d'onore per mio nonno, ma ci ha lasciato quattro mesi fa. Quindi c'è mia mamma. Questa è veramente una giornata molto emozionante, non so se si sente anche dalla mia voce. Io da piccolina ho sempre fantasticato su mio nonno, questa figura che è venuta a mancare nella famiglia. Mia nonna l'ha sempre aspettato. Quindi la speranza non è mai svanita. Poi invece è arrivato questo verbale di irreperibilità dove è stato dichiarato disperso in guerra".

Quando un ricordo, doloroso, si unisce a quello altrui, diventa memoria collettiva. Questo il senso del 27 gennaio. “Raccontare la storia di Angelo – sottolinea la famiglia – non significa solo ricordare il suo sacrificio, è anche un monito: la pace non va mai data per scontata”. “Di questi valori – aggiunge l'ambasciatore d'Italia a San Marino Fabrizio Colaceci – ogni cittadino è ambasciatore. La Shoah riguarda innanzitutto il popolo ebraico, ma siamo tutti un po' ebrei perché siamo tutti a rischio. Oggi abbiamo un caso di un italiano deportato nei lager nazisti e in più abbiamo questo valore italo-sammarinese. perché  era un italiano ma con una famiglia radicata a San Marino, che riceve questa medaglia d'onore. E' un gesto altamente simbolico ma che vuole proprio dare forza e corpo a questo concetto della memoria”.


Nel video Sabrina Minguzzi, nipote di Angelo Minguzzi, e a Fabrizio Colaceci (ambasciatore d'Italia a San Marino)





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