
In 20.000 in marcia a Parma per chiedere l'attenzione dell'Europa sulla carne 'coltivata', cioè ricreata in laboratorio. Mettono in guardia sul futuro e chiedono studi approfonditi gli allevatori e gli agricoltori italiani della Coldiretti, soprattutto sul fronte salute.
Un fiume di persone verso la sede dell'Efsa, Autorità europea per la sicurezza alimentare, che ha sede in città. "Chiediamo all'Europa di difendere il vero made in Italy - spiega Giorgio Ricci, vicedirettore Coldiretti Rimini - e la tutela degli agricoltori contro il cibo sintetico, sulla reciprocità delle importazioni e sulla tracciabilità dei prodotti importati. Non abbiamo protestato contro l'Europa e nemmeno contro l'Efsa: siamo andati a chiedere che vengano fatti tutti i test clinici e pre-clinici per valutare se il cibo sintetico faccia o meno male alla salute dell'uomo. Poi chiediamo la modifica del codice doganale: attualmente un prodotto importato, se l'ultima fase di lavorazione viene fatta in Italia, può essere commercializzato come prodotto italiano".
Soddisfatte le parti, dopo l'incontro all'Efsa. Ora gli allevatori monitorano la situazione. Insieme a loro, in strada a Parma, anche una delegazione da San Marino. "È stata una bella occasione di confronto: 20.000 persone per gli stessi obiettivi", commenta Giuseppe Guidi, rappresentante di Osla-Glass. "Il cibo sintetico - afferma - è una grande preoccupazione non solo per le imprese agrarie, ma per la popolazione e per il mondo. Non sappiamo quali effetti negativi potrà avere, un domani, un'alimentazione da cibi in laboratorio".
Nel servizio le interviste a Giorgio Ricci (vicedirettore Coldiretti Rimini) e Giuseppe Guidi (rappresentante Osla-Glass)