Sono in continuo aumento le richieste di un alloggio popolare da parte di persone in difficoltà; 32 quelle ancora inevase. E la segreteria al Turismo, che ha anche la delega alla Cooperazione, si è attivata per dare loro una risposta concreta nel breve periodo. Tanto che nei mesi scorsi sono state 14 le famiglie oggetto di altrettante deliberazioni di decadenza dagli alloggi di edilizia sociale, di cui la metà riguardano titolari di vecchie convenzioni, quindi nuclei familiari che risiedono nell'immobile statale da molti anni. Le altre riguardano invece locazioni temporanee, di durata biennale.
Dalla verifica annuale della Commissione per la Gestione dell’Edilizia residenziale è infatti emerso che queste famiglie avevano superato per due anni consecutivi il limite, indicato dalla legge, di reddito pro capite che corrisponde a 15.493 euro, calcolato in base alle dichiarazioni dei redditi al netto delle passività. Un caso, invece, riguarda la non-stabile abitazione dell’alloggio. Fra i requisiti per poter invece accedere all'edilizia sociale, dimostrare un reddito pro capite inferiore agli 11.115 euro.
A chi ha ricevuto i provvedimenti di decadenza è stato concesso un periodo di sei mesi per la riconsegna dell’alloggio. Se tale disposizione non dovesse essere rispettata, la Commissione trasmetterà le posizioni all’Avvocatura di Stato.
Negli anni diversi immobili “popolari” sono stati acquistati dai locatari che, prima, pagavano – secondo la legge 110 del 1994 – un affitto modulato sul reddito familiare. Dal 2018 gli immobili assegnati in via temporanea non possono più essere acquistati dal privato. Opzione ancora possibile, invece, per le assegnazioni ordinarie, ma a patto che il reddito soddisfi i già menzionati requisiti.
Il segretario Federico Pedini Amati parla di un “tema delicato”. “È chiaro che provvedimenti di questo tipo non si attuano a cuor leggero. Però c’è una legge che definisce quali sono i requisiti per poter accedere alle politiche di edilizia sociale. E – dichiara – la legge deve essere rispettata. Soprattutto alla luce del numero crescente di richieste di alloggio presentate da famiglie con forti difficoltà economiche e sociali alle quali lo Stato ha l’obbligo di dare delle risposte”.