Secondo processo per riciclaggio, oggi al tribunale di San Marino: l’imputato è Dino Marchi, fratello della più celebre Wanna Marchi, già condannata in Italia con la figlia per truffa aggravata, bancarotta fraudolenta e associazione per delinquere finalizzata alla truffa. La vicenda sammarinese inizia nel 2002, quando il convivente della Marchi, Francesco Campana, si presenta alla Bac per accendere un certificato di deposito al portatore, di 300 milioni di vecchie lire, attuali 150mila euro circa. Poi arrivò la rogatoria da Milano, che cercava informazioni sui conti esteri di Wanna Marchi. Campana disse di aver smarrito il titolo e chiese un decreto di ammortamento al giudice sulla somma, che rimase dormiente alla Bac. Sette anni dopo, il fratello di Wanna Marchi, Dino, si è presentato alla Banca Sammarinese di Investimento, per incassare il titolo. La Bsi si è così rivolta alla Bac la quale, dopo le verifiche del caso, ha segnalato all’Aif un caso di possibile riciclaggio. Da qui è partito il blocco della somma e il conseguente sequestro disposto dal tribunale. Si ha riciclaggio, infatti, nel momento in cui si presenta un soggetto terzo a richiedere le somme. Oggi i titoli al portatore non sono più consentiti, in base alla legge del settembre 2009 che li vieta ed impone la loro estinzione entro il 30 giugno.
Francesca Biliotti
Francesca Biliotti
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