“In questo nostro Mondo l’alleluja pasquale contrasta ancora con i lamenti e le grida che provengono da tante situazioni dolorose: miseria, fame, malattie, guerre”. Davanti alle 150.000 persone accorse a San Pietro, Benedetto XVI ha pronunciato un messaggio che prima di tutto è un appello alla riconciliazione, alla tolleranza, all’aiuto del prossimo. Il pensiero del Pontefice è andato così alla Libia, “perché – ha detto – la diplomazia e il dialogo prendano il posto delle armi”. Ai popoli dell’Africa Settentrionale e del Medio Oriente l’invito a lavorare per il “bene comune”. Partito da una riflessione di carattere teologico in tema con la Pasqua, incentrata sulla resurrezione , il messaggio del Papa ha poi abbracciato il presente, e il suo sguardo si è posato anche sul Giappone. Poco prima di impartire la benedizione Urbi et Orbi, Benedetto XVI ha rivolto gli auguri di Pasqua in 65 lingue. All’Italia, ai singoli, alle famiglie e alle comunità ha inviato un auspicio di “unità e concordia”.
Gianmarco Morosini
Gianmarco Morosini
Riproduzione riservata ©