La Repubblica di San Marino figura al terzo posto nella lista dei migliori sistemi sanitari mondiali stilata nel 2000 dall’OMS. Il Titano segue la Francia, al primo, e l’Italia al secondo, e precede altri due Piccoli Stati, Andorra e Malta. Nei 191 Paesi esaminati sono stati considerati dall’autorevole fonte diversi indicatori: aspettativa di vita, diritto di accesso ai servizi sanitari, efficienza e attese, equa ripartizione della contribuzione alle spese sanitarie e spesa complessiva in ogni Stato. Salta all’occhio che in cima alla graduatoria ci siano Paesi occidentali e piccole realtà, come San Marino appunto, mentre gli Stati Uniti sono collocati al 37° posto, addirittura dopo Costa Rica e Slovenia; rispettivamente undicesima e diciassettesima Norvegia e Olanda; solo diciottesima l’Inghilterra; in coda alla top twenty del benessere, la Svizzera. Tutti sistemi sofisticatissimi, quello statunitense su tutti, ma che – secondo l’OMS – nel rapporto costi-benefici risultano sfavorevoli al paziente. A conti fatti, dunque, pare che della sanità sammarinese non tutto sia da buttare, semmai da salvaguardare e possibilmente migliorare perché, com’è noto, la riconosciuta qualità di un sistema sanitario è indice del grado di civiltà, progresso e cultura di un Paese.
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