L'ex ambasciatore d'Italia a San Marino, Renato Volpini, conferma che Gabriele Gatti avrebbe consegnato un plico preso in carico dall'ambasciata e trasferito a Roma, alla Commissione Mitrokhin. "Traccia di tutto questo è sicuramente presente, tuttora, in Ambasciata - fa sapere Volpini che aggiunge - il nostro ruolo all'epoca è stato praticamente quello del passacarte. Non ho mai saputo - precisa - cosa contenesse quel plico". Il deputato forlivese Valter Bielli, capogruppo Ds in Commisisone, riferisce che Gabriele Gatti interloquì direttamente con il presidente Paolo Guzzanti e fece pervenire materiale. Secondo Bielli, Scaramella voleva avere una sede a San Marino, per la questione della extraterritorialità, che gli avrebbe garantito l'immunità. Poi tutto è sfumato. Con Scaramella ha avuto rapporti anche il commercialista di San Marino Franco Botteghi: "Siamo amici - ci ha confermato Botteghi - usciamo a mangiare la pizza con le famiglie. Ma nulla più. Ci siamo conosciuti a Roma. Io so che lui è un giudice a Ischia e che è consulente della commissione Mitrokhin. L'ultima volta l'ho incontrato a settembre".
Da Londra, intanto, si susseguono voci contrastanti sulle condizioni di Mario Scaramella. L'University College Hospital di Londra afferma che non c'è prova che Scaramella abbia in corpo quantita di polonio 210 cinque volte superiore a quella potenzialmente letale. Anzi, secondo l'Ospedale, starebbe bene e non mostrerebbe segni di avvelenamento. "Scaramalla - ha fatto sapere il suo legale Sergio Rastrelli - non ha mai detto di voler fare i nomi, ma di volere rendere pubbliche le fonti attraverso le quali ha svolto il suo mandato".
Da Londra, intanto, si susseguono voci contrastanti sulle condizioni di Mario Scaramella. L'University College Hospital di Londra afferma che non c'è prova che Scaramella abbia in corpo quantita di polonio 210 cinque volte superiore a quella potenzialmente letale. Anzi, secondo l'Ospedale, starebbe bene e non mostrerebbe segni di avvelenamento. "Scaramalla - ha fatto sapere il suo legale Sergio Rastrelli - non ha mai detto di voler fare i nomi, ma di volere rendere pubbliche le fonti attraverso le quali ha svolto il suo mandato".
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