Uno degli episodi che ha causato il giro di vite sulla vendita delle armi è stata la scoperta di un ingente quantitativo finito nelle mani della malavita.
Istituti di credito, attività immobiliari, autonoleggi: finora sono stati questi i settori nei quali sono emerse le distorsioni che hanno prestato il fianco alle infiltrazioni delle organizzazioni malavitose nel tessuto economico e sociale della Repubblica. All’appello mancavano le armi, ed ora eccole. Non è stato esattamente un caso, infatti, se il ministero dell’Interno lo scorso marzo ha emanato una circolare che, in pratica, ne bloccava la vendita. Ora la circolare è stata mitigata, anche se restano obblighi mirati essenzialmente a verificare chi compra armi sul Titano. Questo perché in un recente passato, la gendarmeria ha iniziato ad insospettirsi su una serie di cospicue vendite ad una stessa persona. Sono cominciate le indagini e quello che è emerso non è stato rassicurante: quelle stesse armi, almeno 200, a quanto pare, sono servite a rifornire la criminalità organizzata pugliese, e il nominativo fornito a San Marino era falso. La Procura di Bari e il tribunale sammarinese hanno iniziato a collaborare, c’è stato uno scambio di rogatorie, e nonostante in Italia le cose siano abbastanza definite, l’inchiesta è ancora aperta, tant’è che in Repubblica non sarebbero ancora stati presi provvedimenti, e le bocche sono cucite. Ma è stato questo uno dei motivi per cui il ministero dell’Interno ha deciso di fissare dei paletti: nell’ambiente delle armerie non mancano malumori per questo: perché non vogliono pagare tutti le colpe che magari sono solo di qualcuno.
Francesca Biliotti
Istituti di credito, attività immobiliari, autonoleggi: finora sono stati questi i settori nei quali sono emerse le distorsioni che hanno prestato il fianco alle infiltrazioni delle organizzazioni malavitose nel tessuto economico e sociale della Repubblica. All’appello mancavano le armi, ed ora eccole. Non è stato esattamente un caso, infatti, se il ministero dell’Interno lo scorso marzo ha emanato una circolare che, in pratica, ne bloccava la vendita. Ora la circolare è stata mitigata, anche se restano obblighi mirati essenzialmente a verificare chi compra armi sul Titano. Questo perché in un recente passato, la gendarmeria ha iniziato ad insospettirsi su una serie di cospicue vendite ad una stessa persona. Sono cominciate le indagini e quello che è emerso non è stato rassicurante: quelle stesse armi, almeno 200, a quanto pare, sono servite a rifornire la criminalità organizzata pugliese, e il nominativo fornito a San Marino era falso. La Procura di Bari e il tribunale sammarinese hanno iniziato a collaborare, c’è stato uno scambio di rogatorie, e nonostante in Italia le cose siano abbastanza definite, l’inchiesta è ancora aperta, tant’è che in Repubblica non sarebbero ancora stati presi provvedimenti, e le bocche sono cucite. Ma è stato questo uno dei motivi per cui il ministero dell’Interno ha deciso di fissare dei paletti: nell’ambiente delle armerie non mancano malumori per questo: perché non vogliono pagare tutti le colpe che magari sono solo di qualcuno.
Francesca Biliotti
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