Prevenzione sì, ma al terzo anno di scuola influenzato dal Covid è il momento di mettere sul piatto della bilancia tutti i danni collaterali della pandemia su bambini e adolescenti. Scuola e sanità (Servizio Minori, Istituti Culturali, dirigenti scolastici), insieme per ridurre le dimensioni del disagio giovanile dettato per lo più dalle restrizioni. La risposta sta proprio nella ripresa della socializzazione, “mettere in campo una mentalità di intervento diversa, - osserva il Segretario di Stato all'Istruzione, Andrea Belluzzi - che non è più quella emergenziale ma basata sulle priorità”.
Forti dei risultati positivi ottenuti nei mesi scorsi, confermato e potenziato - afferma Laura Gobbi, Direttore Dipartimento Istruzione - lo spazio d'ascolto nelle scuole media, superiore e Cfp: una equipe di psicologi a disposizione per rispondere alle domande, intercettare ed intervenire sulle situazioni più a rischio. Per i più piccoli – nido, infanzia ed elementari – garantiti il supporto di pedagogisti ed esperti, e attività, in sinergia pubblico-privato, basate sull'utilizzo di linguaggi creativi – progetti che vanno dal teatro, alla musica, allo yoga e l'arte circense – come valido aiuto per elaborare vissuti ed emozioni.
Plausibile al momento per la Pediatria un cambio di prospettiva: “Basta chiedere sacrifici ai bambini! – dice Laura Viola, Primario di Pediatria Iss – Cerchiamo i positivi o i malati? I più piccoli non soffrono i sintomi gravi del Covid, sono molto più gravi i problemi psichici finanche psichiatrici che la carenza di relazioni sociali può comportare”.
Preoccupanti i dati: quasi raddoppiati (da 15a 27), in un anno, i casi di disagio - racconta il Dirigente UOC Servizio Minori ISS, William Giardi - tra depressione, gesti autolesivi e tentativi di suicidio, per questo occorre intervenire in maniera precoce. Crescono anche abuso di alcol e droghe, disturbi alimentari e del comportamento, dipendenza dai social. 4 gli inserimenti in comunità, - spiega Rosita Guidi, Responsabile Uos Tutela Minori - il doppio rispetto al 2020. E poi c'è l'ambiente familiare che spesso acuisce il disagio anziché alleviarlo: 33 ad oggi i casi di violenza assistita contro i 21 dello scorso anno. Di qui l'importanza di creare una vera rete di protezione per il benessere psico-fisico dei nostri giovani.
Nel video le interviste a Laura Gobbi, Direttore Dipartimento Istruzione e Laura Viola, Primario Pediatria Ospedale di Stato.