Un messaggio, quello della Segreteria di Stato, “di speranza, solidarietà e ringraziamento ai lavoratori sammarinesi e frontalieri”; in un periodo segnato dall'emergenza economica indotta dalla pandemia. Comprensibili allora le preoccupazioni di chi è stato colpito dalla crisi, le difficoltà delle famiglie. Ma la convinzione è che questo sia “il Primo Maggio della ripartenza”; perché, grazie anche all'”imponente campagna vaccinale”, “le difficoltà maggiori paiono alle spalle”.
La Segreteria assicura “iniziative a favore del lavoro”; con “nuove leggi a sostegno delle categorie più in difficoltà e a tutela delle nuove forme di lavoro”. Citata ad esempio la normativa sullo smart working. E poi la volontà di “non lasciare indietro nessuno”. Infine un doveroso ringraziamento agli operatori della Sanità.
CDLS, dal canto suo, sottolinea come sia “inammissibile che 15.000 lavoratori da anni siano in attesa del nuovo contratto”: “dobbiamo rompere l'immobilismo”, ha tuonato in un video-messaggio il Segretario Gianluca Montanari. E poi l'invito a superare le “disuguaglianze”, in primis quella riguardante la condizione femminile, aggravata dalla pandemia.
Per Libera, visto il periodo che stiamo vivendo, questa giornata “deve stimolare in tutti una profonda riflessione”. “Improcrastinabile” “una riforma seria e strutturale del mercato del lavoro”; ma la risposta – ad avviso del Partito – non è la bozza prodotta dalla Segreteria di Stato, cui si contestano l'”approccio circoscritto” e la tendenza a “precarizzare ulteriormente i rapporti di lavoro”. I principi fondamentali indicati da Libera, su cui “basare il nuovo sistema”, sono invece il dialogo sociale, la formazione e il lavoro dignitoso.
In occasione del I maggio anche l'invito della Commissione per le Politiche Giovanili a tenere alta l'attenzione sul problema della disoccupazione fra i giovani. 381 i senza lavoro – si osserva – nella fascia d'età tra i 19 e i 29 anni: un tasso vicino al 30%: fra i più alti in Europa. A causa del Covid giovani e donne – si legge in una nota – “rischiano di essere segnati dalla crisi per tutta la vita lavorativa”.