A Roma non piove da mesi, il lago di Bracciano è pericolosamente calato di livello e il rischio razionamento dell'acqua è concreto, da venerdì. A giorni vertice d'emergenza col ministro dell'Ambiente.
La Regione Lazio, e in particolare il presidente Nicola Zingaretti, non è andata tanto per il sottile: il livello del lago di Bracciano è sceso troppo, si rischia il disastro ambientale, Roma per rifornirsi di acqua dovrà rivolgersi altrove. Il lago provvede all'8% del fabbisogno, e la risposta di Acea, società multiutility della quale il Comune di Roma è socio al 51%, è stata altrettanto drammatica: razionamento dell'acqua, da venerdì 28 luglio. Turni di stop di otto ore consecutive, e in ogni turno rimarrà a secco un milione e mezzo di residenti. Certo non un bel biglietto da visita per la capitale d'Italia e i suoi milioni di turisti. Non era mai accaduto.
Una prima soluzione, prospettata anche dalla sindaca Virginia Raggi, era stata quella di chiudere i cosiddetti “nasoni”, le fontanelle sparse un po' ovunque in città. Soluzione, abbiamo constatato, non applicata, la maggior parte delle fontanelle continua ad erogare acqua, il gettito è più debole, ma quelle chiuse sono un'eccezione, così come le principali fontane. Dal 28 luglio però tutto potrebbe cambiare. In attesa di un vertice tra Regione e Acea, cui potrebbe partecipare anche il ministro dell'Ambiente Galletti, in settimana, la Regione lavora ad un piano alternativo, come innalzare i prelievi dalle altre 4 fonti che servono Roma, tanto per arrivare al primo fine settimana di agosto, quando tradizionalmente il fabbisogno cala perché i romani vanno in vacanza. Sempre che il meteo non aiuti prima, e riporti quella pioggia che qui manca da mesi.
Francesca Biliotti
La Regione Lazio, e in particolare il presidente Nicola Zingaretti, non è andata tanto per il sottile: il livello del lago di Bracciano è sceso troppo, si rischia il disastro ambientale, Roma per rifornirsi di acqua dovrà rivolgersi altrove. Il lago provvede all'8% del fabbisogno, e la risposta di Acea, società multiutility della quale il Comune di Roma è socio al 51%, è stata altrettanto drammatica: razionamento dell'acqua, da venerdì 28 luglio. Turni di stop di otto ore consecutive, e in ogni turno rimarrà a secco un milione e mezzo di residenti. Certo non un bel biglietto da visita per la capitale d'Italia e i suoi milioni di turisti. Non era mai accaduto.
Una prima soluzione, prospettata anche dalla sindaca Virginia Raggi, era stata quella di chiudere i cosiddetti “nasoni”, le fontanelle sparse un po' ovunque in città. Soluzione, abbiamo constatato, non applicata, la maggior parte delle fontanelle continua ad erogare acqua, il gettito è più debole, ma quelle chiuse sono un'eccezione, così come le principali fontane. Dal 28 luglio però tutto potrebbe cambiare. In attesa di un vertice tra Regione e Acea, cui potrebbe partecipare anche il ministro dell'Ambiente Galletti, in settimana, la Regione lavora ad un piano alternativo, come innalzare i prelievi dalle altre 4 fonti che servono Roma, tanto per arrivare al primo fine settimana di agosto, quando tradizionalmente il fabbisogno cala perché i romani vanno in vacanza. Sempre che il meteo non aiuti prima, e riporti quella pioggia che qui manca da mesi.
Francesca Biliotti
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