11 morti sul lavoro in 12 anni. Dal 2000 ad oggi gli infortuni nel settore edile sono stati 560. Sono cifre, sottolinea il sindacato, che impongono una seria riflessione sull’applicazione delle norme antinfortuni contenute nella legge quadro in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro. Una riflessione necessaria anche perché la famosa legge 31 del 98, è tra le più avanzate in materia e fissa l’attuazione di una serie di misure di sicurezza che spetta al Sia, il servizio di igiene ambientale, in collaborazione con la Polizia Civile, verificare e far rispettare. Il sindacato da sempre denuncia gravi carenze nell’applicazione della legge 31, ritenendo inefficaci i controlli. Tra le richieste avanzate dalla CSU quella di ripristinare l’organico del Sia, di fatto praticamente dimezzato negli ultimi anni da trasferimenti e pensionamenti. Il Servizio di igiene ambientale programma gli interventi da effettuare e i controlli periodici, ma questo non può essere fatto contemporaneamente in più cantieri. 'Manca - ricorda uno dei responsabili del Sia Renaldo Renzi - un medico del lavoro, mancano figure professionali e tecniche'. 'A causa dello scarso impegno delle aziende e in un clima di generale disinteresse - denuncia la Federcostruzioni - la legge per la sicurezza nei luoghi di lavoro è purtroppo poco rispettata. Sempre più spesso - accusa il sindacato - gli operai dei cantieri edili sono costretti ad operare in condizioni di estrema fretta, per via di termini di consegna e o di finitura dei lavori troppo serrati, a discapito della corretta esecuzione dell’attività lavorativa e dell’applicazione di tutti i sistemi di sicurezza. Inoltre - secondo la Federcostruzioni - con sempre maggiore frequenza nel settore dell’edilizia si registra la presenza di manodopera anomala e la stessa esecuzione dei lavori non sempre avviene nel rispetto delle direttive emanate'.
Riproduzione riservata ©