Per i sindacati nei Decreti c'è un grande assente: l'equità. “Si chiedono sacrifici – accusa la Csu - solo a lavoratori e pensionati”. “Abbiamo dimostrato disponibilità, ma ai ricchi – attacca il Segretario generale della Csdl Giuliano Tamagnini– non è stato chiesto nulla”. Nessun intervento straordinario sugli ingenti capitali finanziari e immobiliari, né sul rientro dei capitali all’estero. Nessuna notizia – continua la Csu - sul prestito internazionale. “Abbiamo visto solo tagli di redditi – ribadisce il sindacato - e di diritti a carico dei redditi fissi”. Inaccettabile, poi, l'esclusione del blocco dei licenziamenti. Critica a cui si associa USL che ritiene “difficilmente comprensibile la scelta di non sospendere la riduzione del personale, in controtendenza rispetto a numerosi altri paesi. In uno scenario così incerto per il lavoro, i sindacati ne davano quasi per scontata la tutela, elemento determinante – continua Usl - per poter ripartire in un’ottica generale di sistema. “Anche qui – fa presente Tamagnini – c'è stato lo sforzo sugli ammortizzatori sociali, affinché incidessero meno sul costo delle imprese che invece continuano ad avere le mani libere per mandare a casa chi vogliono”.
Per la Csu il Governo ha ascoltato le sirene degli imprenditori, rifiutandosi di salvaguardare la parte più debole. Sulle riaperture è mancato il confronto con il sindacato, che accusa: “manca una bussola precisa per la fase 2”. Nel frattempo diverse attività sono già pronte su appuntamento e nel rispetto dei presidi di sicurezza. I servizi alla persona, che in Italia sono sospesi fino a Giugno, a San Marino dovrebbero riprendere il 18 maggio.
Il direttivo Unas – che oggi si è confrontato con il Segretario all'Industria - ha deciso di congelare l'iniziativa di domani in Piazza della Libertà. “Congelare non vuol dire cancellare”, precisano gli artigiani. Si attendono infatti sviluppi su operatività e supporto al comparto, con un salario di sostegno a tutti gli operatori che a causa del blocco obbligato dal 9 di marzo non possono contare su nessun aiuto. Al di là delle critiche rispetto alle troppe limitazioni per le riaperture, come un SOLO un cliente alla volta a prescindere dalla dimensione dei locali, c'è la consapevolezza che “ripartire sia l’unica possibilità di dimostrare che queste realtà hanno un grado di rischiosità uguale od inferiore alle altre liberalizzate. Per via di protezioni, salubrità ed igiene che queste attività offrono da sempre”.