A New York il sindaco Micheal Bloomberg ha attaccato gli indignados che da giorni protestano vicino Wall Street: “La lotta che stanno portando avanti – ha detto – condurrebbe ad un solo risultato: perdere posti di lavoro e quindi penalizzare l’economia della città”. E il capo della polizia Ray Kelly accusa gli attivisti di aver voluto provocare le forze dell’ordine. Gli arresti? Se la sono cercata, ha detto Kelly, secondo il quale le proteste sono costate già due milioni di dollari in straordinari pagati agli agenti. Ma a quanto pare il fenomeno degli indignados fa proseliti: dagli Usa alla Cina, passando per l’Europa, il movimento nato in primavera nelle strade spagnole per combattere la crisi, lo strapotere della finanza, dei banchieri e dei politici, ha assunto ormai proporzioni planetarie. Sono giovani ma anche anziani, disoccupati, hippy, operai, impiegati e artisti: senza leader, le decisioni vengono comunicate tramite social network come Facebook e Twitter.
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