Nel paese ieri è stato un altro venerdì di sangue. Sarebbero una ventina i morti, ieri, al termine della preghiera. Morti che si aggiungono alle centinaia dei mesi scorsi, e che fanno dubitare dell’intenzione del governo di Assad di rispettare gli impegni presi nei giorni scorso con la Lega araba. Ritiro dei carri armati e dei blindati, che invece stanno ancora sparando a Homs e nella periferia di Damasco. Ritiro dell’esercito dalle città, e nemmeno questo pare ancora iniziare. Il governo ha promesso l’amnistia per chiunque consegni le proprie armi entro una settimana, purché non abbia ucciso nessuno. Gli Stati Uniti non ci credono: “Al posto dei siriani non mi fiderei di un regime che ha una lunga storia di promesse non mantenute”, ha detto una portavoce della Casa Bianca.
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