“Il cessate il fuoco sembra tenere, molte vite possono essere salvate”. Così ha twittato oggi Donald Trump, soddisfatto per l'esito del faccia a faccia di Amburgo con Putin. Effettivamente da ore i combattimenti appaiono congelati in gran parte dell'area del sud-ovest siriano, interessata dalla tregua, anche se alcuni report parlano di una avanzata dei governativi nella provincia di al-Suwayda, dove si sarebbero scontrati con i miliziani sostenuti da Stati Uniti e Giordania. Nel frattempo, nelle zone ancora in mano allo Stato Islamico, proseguono le operazioni. Le immagini riprese oggi nell'area ad est di Palmyra, testimoniano l'efficacia dell'opera di annientamento, delle milizie dell'ISIS, ad opera delle Forze Armate siriane, supportate da Russia ed Hezbollah. Particolarmente incisiva, l'azione dell'esercito di Damasco, anche nelle campagne di Homs, dove il DAESH è ormai in grave affanno. Assad, insomma, appare vicino a chiudere la partita con lo Stato Islamico; e ora potrebbe puntare alla liberazione di Deir Ez Zor. Un caso a parte è la capitale del Califfato, Raqqa, dove procede a rilento – invece - l'offensiva delle forze curdo-arabe, supportate dai bombardamenti degli aerei della coalizione a guida americana, che avrebbero provocato pesanti vittime tra i civili. A questo punto, secondo alcuni analisti, l'obiettivo di Stati Uniti, Israele e Giordania – essendo ormai improbabile un regime change a Damasco – sarebbe tagliare il corridoio di rifornimenti che, dall'Iran, arriva fino ad Hezbollah. Da qui la possibilità di una escalation lungo il confine siro-iracheno. Tutto ciò potrebbe ostacolare ulteriormente il nuovo round di colloqui di pace, sotto l'egida dell'ONU, iniziato oggi a Ginevra. L'inviato speciale delle Nazioni Unite, de Mistura, ha incontrato le delegazioni del governo e delle opposizioni siriane. Tra i temi nuove elezioni e lotta al terrorismo.
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