Un attacco unilaterale, quello deciso da Washington. 59 i missili Tomahawk, lanciati da due navi di stanza nel Mediterraneo orientale sulla base aerea siriana di Shayrat: la stessa da cui, secondo fonti di intelligence, sarebbe partito il raid del 4 aprile a sud di Idlib, dove circa 70 persone erano morte, a quanto pare per l'effetto di gas. “Nessun bambino dovrebbe soffrire come hanno sofferto quelli siriani”, ha detto il Presidente degli Stati Uniti, per giustificare lo strike. Il fatto è che i cruise lanciati questa notte, avrebbero provocato anche 9 vittime civili: e 4 di queste sarebbero proprio bambini. Dopo avere ripetuto per mesi, in campagna elettorale, il proprio “no” al cosiddetto interventismo umanitario, Trump sembra ora aver cambiato radicalmente la propria politica estera. A questo punto – sottolinea Gianandrea Gaiani, Direttore di Analisi Difesa – resta da vedere se, il prezzo per restare a galla, Trump lo abbia già pagato con questo strike, oppure ritenga di dover proseguire verso un regime change a Damasco. Dura la reazione del Cremlino, che considera quanto avvenuto “un atto di aggressione nei confronti di un alleato”. L'attacco, che ha ricevuto il plauso di Israele, Turchia ed Arabia Saudita, sarebbe stato seguito da un'immediata controffensiva dell'ISIS su Palmira. Mentre si registrano violazioni della tregua da parte di quei gruppi ribelli che avevano in precedenza accettato la via del dialogo
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