La questione, segnalata sul quotidiano Italia Oggi, è la seguente: il nuovo segnale quarta banda per la telefonia mobile interferisce con alcune frequenze del digitale terreste. Questo potrà risultare nell’oscuramento del segnale TV. Per rimediare, sarà necessario installare un filtro digitale su tutte le antenne televisive terrestri. Giustamente, la bozza di regolamento prevede che le spese siano a carico degli operatori telefonici, in quanto è proprio il loro utilizzo della quarta banda Lte che causa l’interferenza con il segnale TV e quindi un danno agli utenti.
Fin qui niente da obiettare. Ma il ministero sembra intenzionato a utilizzare il regolamento per rendere un po’ meno rosso il bilancio della Rai. Si legge infatti che il filtro spetterà solo a chi già paga il canone Rai. Ad esempio, per poter installare il filtro ad un’antenna condominiale, si potrà richiedere all’amministratore condominiale di certificare la regolarità di tutti i condomini nel pagamento del canone Rai. In altre parole, se un condomino non ha il televisore e quindi legittimamente non paga il canone, l’intero condominio non potrà usufruire dell’installazione del filtro, con conseguente oscuramento del segnale TV.
Non solo. L’utente che riceverà il filtro dovrà firmare una liberatoria per sollevare gli operatori telefonici da qualsiasi responsabilità per l’oscuramento del segnale TV. Quindi, il filtro non risolve il problema? Colpa dell’utente!
Se tutto questo si avverasse, saremmo di fronte ad un provvedimento paradossale: con la scusa di rimediare ad un disservizio, alla fine si fanno favori a Rai e gestori telefonici, scaricando il tutto sui cittadini. Se poi ci si spinge, come qualcuno richiede, a rendere obbligatorio il rilascio di una dichiarazione di conformità da parte di installatori qualificati, è evidente che i favori andrebbero anche a questi ultimi. A tutti insomma, tranne che a coloro che il regolamento dovrebbe tutelare: i cittadini.
COMUNICATO STAMPA DELL'ADUC
Associazione per i diritti degli utenti e consumatori
Fin qui niente da obiettare. Ma il ministero sembra intenzionato a utilizzare il regolamento per rendere un po’ meno rosso il bilancio della Rai. Si legge infatti che il filtro spetterà solo a chi già paga il canone Rai. Ad esempio, per poter installare il filtro ad un’antenna condominiale, si potrà richiedere all’amministratore condominiale di certificare la regolarità di tutti i condomini nel pagamento del canone Rai. In altre parole, se un condomino non ha il televisore e quindi legittimamente non paga il canone, l’intero condominio non potrà usufruire dell’installazione del filtro, con conseguente oscuramento del segnale TV.
Non solo. L’utente che riceverà il filtro dovrà firmare una liberatoria per sollevare gli operatori telefonici da qualsiasi responsabilità per l’oscuramento del segnale TV. Quindi, il filtro non risolve il problema? Colpa dell’utente!
Se tutto questo si avverasse, saremmo di fronte ad un provvedimento paradossale: con la scusa di rimediare ad un disservizio, alla fine si fanno favori a Rai e gestori telefonici, scaricando il tutto sui cittadini. Se poi ci si spinge, come qualcuno richiede, a rendere obbligatorio il rilascio di una dichiarazione di conformità da parte di installatori qualificati, è evidente che i favori andrebbero anche a questi ultimi. A tutti insomma, tranne che a coloro che il regolamento dovrebbe tutelare: i cittadini.
COMUNICATO STAMPA DELL'ADUC
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