Un monopolio anacronistico e vergognoso. La dirigenza de “La Sociale”, azienda storica della Repubblica per la grande distribuzione, punta il dito sulle esclusive concesse alla Centrale del Latte per la vendita dei prodotti a lunga conservazione e denuncia un rincaro pesante, dal 36 al 70%, che grava sulle tasche dei consumatori. La cosiddetta “la zona bianca”, una pratica protezionistica che assicura l’esclusiva della vendita del latte fresco e dei prodotti derivati, compreso il latte a lunga conservazione, impedisce ai negozianti di acquistare da altri fornitori, in barba ad ogni regola del libero mercato e sulle spalle dei consumatori. Tanto più oggi, che contrariamente a quanto avveniva nei decenni passati, i consumi di latte fresco sono scesi al 30 per cento del totale, contro il 70 per cento di quello a lunga conservazione. I vertici de “La Sociale” si chiedono anche perché si consenta l’utilizzo del marchio “Latte San Marino”, quando invece viene prodotto in Italia. La centrale produce solamente latte fresco, formaggi come Stracchino, Casatella e Caciotta; la panna fresca e lo Yogurt da 500 grammi, magro o intero. Tutto il resto arriva da oltre confine. Con l’applicazione di quella che la Sociale definisce “una tassa occulta”. Da noi interpellato il segretario di Stato all’Agricoltura, Giancarlo Venturini, replica ricordando i vari passaggi per la cessione della Centrale del Latte e l’ultimo bando al quale hanno risposto alcune aziende sammarinesi. “L’offerta – aggiunge Venturini – è già stata approvata dagli organismi tecnici ed è già inserita nell’agenda del Congresso di Stato, che non mancherà di valutarla non appena concluso l’iter della finanziaria. Il passaggio di proprietà – conclude Venturini – consentirà di risolvere anche, con adeguata gradualità, la questione della “zona bianca e del monopolio”.
Sergio Barducci
Sergio Barducci
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