55 anni, iraniana, avvocato. Voce libera, difende i dissidenti, le donne in protesta contro il velo obbligatorio, gli intellettuali che manifestano contro il regime.
Dal 13 giugno è nel carcere di Evin, considerato uno dei più duri, con una condanna che Amnesty International ha definito da subito “scioccante”: 33 anni e 148 frustate. Nasrin Sotoudeh: propaganda contro il sistema, incontri ai danni della sicurezza nazionale, partecipazione al movimento contro la pena di morte, incitamento alle donne a togliersi il velo e ad azioni immorali. Processo in contumacia, dopo che aveva difeso altre donne a loro volta finite in manette proprio per essersi tolte il velo pubblicamente: “Le ragazze di Enghelab Street”.
Ed è nel loro nome che Soroptimist club San Marino leva la voce e fa proprie le tante istanze che già il mondo sta muovendo per la liberazione di Sotoudeh in una lettera inviata dal Presidente Aurora Cherubini alla Presidente del Soroptimist Europa, Renata Trottman perché la diffonda. “Non una dichiarazione politica, ma una testimonianza dell'impegno nella difesa dei diritti fondamentali della persona: “Con Sotoudeh – scrivono - che ha dedicato la vita in difesa delle donne, contro questa condanna vergognosa, perché non sia invisibile alla popoalzione mondiale, come tutti coloro che lottano per i diritti umani”.