Di giorno cucivano jeans e altri capi di abbigliamento, di sera mangiavano in una stanza comune e dormivano in piccoli locali. A scoprirli è stata la Polizia di Stato nel corso di un controllo inizialmente mirato a verificare i documenti delle persone impiegate nel laboratori in via Giaccaglia a Rimini. Una verifica che ha portato alla scoperta di una situazione desolante. In 31, età media 30 anni, lavoravano nel laboratorio, di proprietà di un cinese, e vivevano al piano superiore. Una stanza centrale fungeva da mensa comune. Per dormire brandine stipate in locali angusti. La polizia ha verificato che gli stranieri erano in possesso di regolari documenti e permessi di soggiorno. Ancora da capire invece in quali condizioni lavoravano, per quante ore e quanti giorni, lo stato igienico di tutti i locali, e il primo impatto ricevuto dalle forze dell’ordine non è stato dei migliori, se erano assunti, il livello dello stipendio, i contributi e se per caso pagavano una pigione per vivere nello stabile. A tutto questo dovranno rispondere le indagine già avviate dall’Usl locale e dall’ispettorato del lavoro. Intanto è stata sospesa la corrente nel laboratorio, ma non negli spazi comuni dove continueranno a vivere. Solo al termine di queste indagini potrebbero scattare le denuncie per il titolare del laboratorio e per quello dello stabile, che è un riminese.
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