L’interruzione o la mancata autorizzazione dell’Enac per i voli charter Rimini-Russia, determinerebbe un evidente e diretto pregiudizio economico non solo per Aeradria, ma anche per chi ha investito nella promozione di questo flusso turistico. La denuncia arriva dalla società di gestione aeroportuale. L’accordo Aereo Italia-Russia ha sempre tenuto distinti i collegamenti di linea dai voli charter, spiega Aeradria. I collegamenti Rimini-Russia sono esclusivamente charter e per questi l’Accordo del ’69 prevede libertà di rotte, numero di collegamenti e numero di vettori operanti. In contrasto con questo spirito è l’interpretazione data dall’Enac e dal Dipartimento Navigazione all’ultimo emendamento apportato all’Accordo: il memorandum del 15 marzo 2005, che ha introdotto l’obbligo di designare un solo vettore per parte su ogni rotta. Ma il vincolo, spiega Aeradria, vale solo per i voli di linea, non per i charter. Oltretutto, applicato ai charter, comporterebbe grave pregiudizio per l’attività aeroportuale se si pensa che ad oggi, per il Federico Fellini, i collegamenti charter con la Russia rappresentano il 47,58% dei passeggeri su base annua. Addirittura il 72,63% nella stagione invernale. Per fugare dubbi e risolvere le difficoltà emerse dall’applicazione del memorandum è già stato fissato un incontro tra le autorità russe e italiane il 28 novembre. Intanto l’Enac ha disposto che dal 26 novembre i voli da e per la Russia possano essere solo di “esportazione”, ossia arrivare vuoti e riportare in patria i cittadini russi. Da Aeradria l’appello perché la posizione dello stato italiano nell’incontro del 28 sia quella di riconoscere sempre e comunque la libertà di rotte, numero di collegamenti e numero di vettori operanti nel settore dei voli charter Italia- Russia, e in ogni caso, che si autorizzino senza limitazioni, a partire da oggi, i voli charter sulle rotte Rimini-Russia.
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