Il nodo sta nel fatto che l’obbligo era stato introdotto dal decreto antiterrorismo del 2015, che per motivazioni investigativa aveva imposto per il 30 giugno 2017 il mantenimento di tutti i dati di traffico, in deroga ai vincoli del codice della privacy, a partire dal 21 aprile 2015. Poiché il legislatore non è intervenuto tornano ad applicarsi le regole base, quelle previste dal codice della privacy per cui i dati del traffico telefonico devono essere conservati per 24 mesi dalla comunicazione e quelli telematici per 12 mesi. Di conseguenza- tira le fila Il Sole 24 Ore- tutti i dati precedenti, possono e devono essere distrutti da chi li detiene.
Dal ministero della Giustizia smorzano qualsiasi allarmismo e fanno sapere che eventuali deroghe saranno applicate nel caso in cui da qualche procura giungessero allarmi. Anche perché i legali dei fornitori di servizi di telecomunicazione fanno sapere che i costi di conservazione dati sono elevati. Ma davanti all'ondata del terrorismo non ci sono né i vincoli europei né costi che tengano.
La Francia, per esempio, ha superato i vincoli delle regole comunitarie con la nuova normativa antiterrorismo che impone la conservazione di tutti i dati di traffico telefonico e telematico.
Dal ministero della Giustizia smorzano qualsiasi allarmismo e fanno sapere che eventuali deroghe saranno applicate nel caso in cui da qualche procura giungessero allarmi. Anche perché i legali dei fornitori di servizi di telecomunicazione fanno sapere che i costi di conservazione dati sono elevati. Ma davanti all'ondata del terrorismo non ci sono né i vincoli europei né costi che tengano.
La Francia, per esempio, ha superato i vincoli delle regole comunitarie con la nuova normativa antiterrorismo che impone la conservazione di tutti i dati di traffico telefonico e telematico.
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