Sono moltissimi i giovani sammarinesi che studiano fuori territorio, ma appena 5 quelli che varcano il confine dell’Italia per frequentare scuole all’estero e precisamente 2 in Argentina e 1 rispettivamente a Londra, Spagna e negli Stati Uniti. Se invece restiamo nella penisola il numero sale a 1.215. Di questi 690 sono studenti della scuola superiore, 525 invece gli universitari. E sono proprio questi ultimi ad aver messo in crisi i programmi di mobilità studentesca. Da quando è entrato in vigore il meccanismo del corso di laurea 3 anni + 2, che in poco tempo ha moltiplicato l’esercito dei laureati e dimezzato quello dei fuori corso, il numero degli studenti universitari che sceglie di passare un periodo di studio all'estero è ormai in continua diminuzione. Lezioni da seguire, laboratori da frequentare e un numero infinito di esami da sostenere, il tutto compresso nel tempo record di tre anni, sembrano infatti aver scalzato, dalla lista delle cose da fare prima della laurea degli studenti universitari nostrani, la tanto apprezzata esperienza all'estero. Un fenomeno registrato in quasi tutti gli atenei italiani, con l'eccezione di poche realtà 'esterofile' come Bologna e Milano, e che potrebbe nei prossimi anni mettere in serio pericolo la sopravvivenza del programma di mobilità studentesca Erasmus. Spulciando tra i dati AlmaLaurea è possibile tracciare anche una classifica degli studenti che di Erasmus non ne vogliono proprio sentir parlare. In cima alla lista ci sono i ragazzi del settore chimico-farmaceutico, seguiti da quelli di medicina, biologia e ingegneria. Decisamente più europeisti invece gli universitari impegnati in studi economici, politico-sociali e architettura, anche se il primato resta saldamente nella mani degli studenti iscritti a corsi di tipo linguistico.
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