“Non carichiamo di significati particolari episodi che non ne hanno”. Con queste parole il consigliere democristiano Clelio Galassi smorza i toni della vicenda dei 3 ordigni incendiari scagliati contro la sua abitazione di San Marino. I fatti risalgono ad una ventina di giorni fa: nel giro di una settimana, tre bombe molotov sono state scagliate da ignoti contro l’abitazione dell’esponente politico, probabilmente di notte, quando la famiglia si trovava in casa. Fortunatamente i danni sono stati ridotti al minimo, se si esclude il grande spavento. La porta di casa è stata bruciata, così come un vaso di fiori, ma la terza bottiglia lanciata non avrebbe neppure preso fuoco. “Atti teppistici – ha detto Galassi - ragazzate, forse il gesto di uno squilibrato, ma non penso ad un atto intimidatorio”. “Non parliamo poi di bombe – ha continuato – erano semplici bottiglie contenenti liquido infiammabile con uno stoppino a cui è stato dato fuoco prima di lanciarle. L’ex Segretario di Stato alle Finanze, insomma – è proprio il caso di dirlo – getta acqua sul fuoco e tende a sminuire la portata dell’accaduto. Nel frattempo proseguono le indagini della Gendarmeria. Interrogati dalle forze dell’ordine i vicini che tuttavia pare non abbiano saputo fornire elementi utili: nessuno sembra aver udito niente. L’abitazione è stata posta sotto controllo dalla Gendarmeria che pattuglia l’intera zona. Il consigliere Galassi, che rientrerà in Repubblica nella giornata di sabato, ha intanto dato mandato ai suoi legali di presentare una denuncia alla magistratura per la fuga di notizie sull’episodio. “Indiscrezioni incontrollate – aggiunge – che possono aver compromesso le indagini”.
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