Emilia Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia, regione istriana, Contea Litoranea montana in Croazia e comunità costiera di Izola in Slovenia, unite allo stesso tavolo nell’intento di attuare una gestione coordinata dell’Adriatico, individuando un regolamento condiviso per la tutela del mare e il controllo delle iniziative di sostegno allo sviluppo della pesca. Un traguardo che si inserisce nel progetto pilota Alto Adriatico che nel triennio 2004-2006 prevede un piano finanziario di oltre 77 milioni di euro con cinque assi d’intervento: ambiente, attività produttive e commercializzazione, tra cui l’apertura di due nuovi mercati del pesce a Pola e a Fiume, ricerca scientifica e sperimentazione, assistenza tecnica e divulgazione. Una politica comune, dunque, che apre la strada alla costituzione di un Distretto di Pesca dell’Alto Adriatico – ha detto l’assessore alle attività produttive dell’Emilia Romagna, Duccio Campagnoli - in un’area europea forte dei suoi 30 milioni di abitanti e con un patrimonio ambientale straordinario. Stessa soddisfazione espressa anche dagli amministratori regionali di Veneto e Friuli Venezia Giulia che hanno indicato come aspetti principali di questo “patto” per l’Adriatico, il coordinamento politico e tecnico e la forte opportunità per l’economia ittica e le marinerie di creare un marchio di qualità del pesce del nostro mare. Un piano d’intervento che concede respiro alle marinerie dell’Adriatico colpite dalle restrizioni previste dalla proposta di riforma del settore pesca, avanzate dalla commissione Europea al Parlamento di Strasburgo.
Riproduzione riservata ©