“Per quanto riguarda la telefonia siamo all'età della pietra”. Parole e musica del segretario di Stato all'Industria, Marco Arzilli, che durante la trasmissione “Indaco” si è lasciato sfuggire quel grido di dolore che è nella gola di chiunque possegga un telefonino e si aggiri per il monte Titano. Salendo da Dogana a Città la linea si perde almeno 4 volte, ha aggiunto Arzilli. Difficile anche riprenderla, senza contare il costo, che lievita. Coi telefonini di ultima generazione poi, gli smartphone, che hanno bisogno di più banda, la situazione è, se possibile, peggiorata. Chi vuole usare applicazioni come whatsapp o i-message ha bisogno di internet, ma ormai in moltissimi punti della Repubblica connettersi è pura utopia. “E se volessimo protestare non abbiamo nessuno con cui farlo”, ha fatto notare Marco Podeschi, Upr, riferendosi a quell'authority per le telecomunicazioni prevista dalla riforma di qualche anno fa, ma mai nominata. Le concessioni operative sono 3, quelle per la telefonia mobile 2, in teoria dovrebbe funzionare benissimo, ma non è così. A luglio scade la concessione con Telecom Italia Mobile. Insediato da poco, il neo segretario alle Telecomunicazioni Matteo Fiorini evita quelli che chiama facili slogan e annuncia di voler ridiscutere i termini, proprio in vista di un potenziamento del settore, “Anche per eliminare alcune situazioni problematiche – fa notare – legate a sacche di privilegio che si sono create nel tempo”.
Francesca Biliotti
Francesca Biliotti
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