1.093 i procedimenti civili pendenti, 461 quelli iscritti a ruolo solo nel 2005. I numeri segnalano uno snellimento delle cause pendenti rispetto al biennio precedente tenendo conto che siamo un popolo alquanto litigioso e che nel settore civile i picchi sono legati alle congiunture di mercato. Quando la situazione e’ più difficile chi vanta crediti nei confronti di altre aziende li vuole riscuotere, mentre quando l’economia tira si lascia correre. I tempi della giustizia sammarinese si dividono nettamente, per numero e durata, a seconda del tipo di procedimento. Nel civile, la durata media di una causa non e’ inferiore ai 4 anni. I tre gradi di giudizio richiedono mediamente 8 anni, ma ci sono anche cause ventennali ancora da chiudere. Nel penale la durata del processo viene fissata dai tempi di prescrizione del reato. A San Marino sono molto più brevi rispetto all’Italia e il giudizio di primo grado arriva entro 2, 3 anni. Nella giustizia civile l’arretrato e’ la regolarità anche perché questo settore deve recuperare il lungo periodo di stasi dovuto alla carenza di magistrati. La relazione del Magistrato Dirigente Valeria Pierfelici si chiude con alcune riflessioni agrodolci. Il 2005, ricorda, ha fatto emergere molte questioni non strettamente legate all’esercizio della giurisdizione, che hanno dato all’opinione pubblica una immagine non positiva della giustizia sammarinese e dei Giudici, suscettibili di incidere sul rapporto di fiducia con la cittadinanza. Nonostante tutto queste vicende, sottolinea, non hanno compromesso il corretto esercizio delle funzioni giurisdizionali ne alterato le regole del gioco. La Giustizia sammarinese, rimarca il Magistrato dirigente, pur in mezzo a mille difficoltà sta cercando di assolvere alle sue funzioni sebbene la normalizzazione sia lenta. Tutte le istituzioni hanno il dovere di cooperare per restituire alla giustizia il prestigio che le spetta. Valeria Pierfelici sottolinea le buone relazioni con l’Ordine degli avvocati che, sempre vigile nel segnalare i problemi, non ha mai lesinato energie e impegno per porvi rimedio. Infine un ringraziamento alle forze dell’ordine e ai servizi coinvolti nell’attività del Tribunale per una collaborazione preziosa e consapevole che il fine istituzionale di ogni atto è quello del servizio dello Stato e della collettività.
Riproduzione riservata ©