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Terza dose vaccino EMA dopo Sputnik: Arlotti, “non vi sono studi su un'eterologa fatta così”

Dal Consulente infettivologo dell'ISS - già Commissario straordinario per l'emergenza Covid – anche alcune considerazioni in merito al dibattito in corso, in tutto il Mondo, sul tema delle terze dosi del vaccino anti-Covid

2 set 2021

In Italia pare si punta a partire a fine settembre – per le terze dosi -, focalizzandosi però sulle categorie più fragili. Ha già rotto gli indugi invece Israele; e poi il caso degli Stati Uniti. Il vaccino, spiega Massimo Arlotti, “con grande probabilità perde parte della sua attività col tempo, soprattutto nei confronti di varianti come la Delta”. E quindi è “verosimile – sottolinea -, che una dose di richiamo possa migliorare l'efficienza” del vaccino. Particolare la situazione sul Titano; anche in ragione del massiccio utilizzo dello Sputnik. Il Fondo russo che ne gestisce la commercializzazione – analizzando i dati della campagna sammarinese –, ha riferito di un'efficacia del 94,8% sui contagi e del 95,9% sui ricoveri. Lo Sputnik V – si afferma in una nota – è il siero “più efficiente”, nel Paese, contro le ospedalizzazioni. Dopo le dichiarazioni del Ministro Di Maio – tuttavia - non è da escludere, per molti cittadini immunizzati con il vaccino russo, l'ipotesi di una terza somministrazione con un siero approvato EMA. Ma gli studi sull'eterologa, sottolinea Arlotti, sono il più delle volte basati sul caso di una prima dose fatta con Astrazeneca ed una seconda con Pfizer, o viceversa; “studi su una dose aggiuntiva dopo una vaccinazione primaria compiuta con un altro vaccino a vettore viralenon ci sono; “per induzione – conclude l'infettivologo - si può dire che probabilmente fra la seconda e la terza dose, in questo caso, non cambia niente; però questa è solamente un'idea verosimile”, non è una “prova che questo si possa fare”.

Nel servizio l'intervista a Massimo Arlotti – Medico infettivologo, Consulente ISS






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