Le limitazioni alla mobilità dovute alla pandemia si riflettono anche sull'apertura di The Market. Difficile programmare in tempi così incerti: in un primo momento si parlava di inaugurazione a primavera, ora si sta valutando se posticiparla a fine estate. “Mi auguro si apra quanto prima, l'impianto è pressoché ultimato”, commenta il Segretario Teodoro Lonfernini. Su internet c'è già un sito web accattivante, che presenta – decantando anche le bellezze del territorio – “l'Outlet più esclusivo e contemporaneo d'Europa”.
Nel frattempo la Segreteria al Lavoro ha condiviso con maggioranza e sindacati le linee guida dell'accordo occupazionale. “Verrà firmato presto” – assicura Lonfernini, certo delle positive ricadute occupazionali, frutto del lavoro in sinergia con il Gruppo di investitori, cercando l'equilibrio tra esigenze di personale con determinati requisiti e volontà di occupare più sammarinesi e residenti possibile. Con l'Ufficio Politiche Attive al Lavoro è stato avviato un percorso di preselezione, per verificare disponibilità e competenze. Tra i requisiti minimi vengono richiesti, oltre alla conoscenza dell'inglese, anche la disponibilità a lavoro festivo/prefestivo e a svolgere un periodo formativo presso una sede del marchio, prevalentemente in Italia. Da una prima ricognizione emerge che un centinaio di possibili candidati non possiede i requisiti minimi mentre una trentina deve terminare il percorso formativo di lingua.
Significativo, poi, l'alto numero di chi ha detto no: ben 139. La maggior parte perché non interessata o perché non disponibile a lavorare nei festivi e a fare addestramento fuori territorio. Visti i bassi numeri, è stato concordato che il requisito minimo dei 18 mesi di esperienza possa essere sostituito con un corso specifico di circa 4 mesi. 85 le disponibilità individuate.
Usl guarda con favore alla volontà di formare e riqualificare, “è la strada giusta” commenta Gloria Giacomini, amareggiata però dal basso livello di competenza. “Occorre saper usare il pc e parlare l'inglese” – dice – “ne va della competitività del paese”. Si dice perplessa anche per l'alto numero delle persone non disponibili, mentre la Cdls attende date certe e quanto personale verrà impiegato. “Senza conoscere il numero degli spazi commerciali che apriranno – afferma Nicola Canti – è difficile fare ragionamenti concreti”. La Csdl, tenuto conto della bassa disponibilità riscontrata e delle professionalità al di sotto delle aspettative, invita a puntare sulla formazione a prescindere da The Market. Alfredo Zonzini ricorda inoltre che nel progetto non rientrano solo grandi brand di abbigliamento, ma anche altre attività, dalla ristorazione alla vigilanza. “Mi sarei aspettato un coinvolgimento di tutte le parti in causa. L'accordo occupazionale – afferma - dovrebbe tenere conto anche di queste realtà”.