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The Market e i paradossi nei colloqui, Csdl: " C'è sempre l'appiglio per considerare i candidati non idonei"

di Monica Fabbri
20 mag 2021

The Market torna nel mirino della Csdl. Paradossale, per Giuliano Tamagnini, che ad un mese dall'inaugurazione non si sappia nulla né sui dettagli dell'accordo occupazionale né sulle assunzioni. Il 7 giugno i sindacati incontreranno il Segretario Lonfernini e si dicono preoccupati per tempi sempre più stretti, tanto più se si considera che è richiesta una formazione fuori territorio tra le due e quattro settimane. Stephane Colombari riferisce di nove offerte di lavoro da parte di cinque società a fronte di una cinquantina di negozi pronti ad aprire. Poche – commenta - ad un solo mese dal taglio del nastro. Impensierisce, poi, che in Consiglio si discuta già di Riforma del lavoro. Si sospetta che le modifiche urgenti abbiano un legame con The Market.



“La sensazione – dice William Santi - è che si vogliano aprire le maglie su distacchi, contratti occasionali e su intermediazione delle assunzioni. Non vorrei che si attendesse questo nuovo Decreto”. “Nei colloqui di lavoro sta capitando di tutto”, racconta Colombari: persone che mandate dall'ufficio di collocamento non riescono a prendere contatti con l'azienda; altre con competenze ed esperienza necessaria scartate perché a 45 anni ritenute troppo vecchie; altre ancora rifiutate perché troppo giovani. La sensazione della Csdl è che la reale volontà di assumere tramite il collocamento non ci sia. Santi riferisce anche di una proposta di assunzione con contratto italiano. “Le aziende trovano sempre l'appiglio per considerare i candidati non idonei”. “Perché – si domanda poi Tamagnini – le imprese pensano di fare meglio con manodopera precaria?” “Perché nel momento in cui ci sono troppi diritti – gli risponde Simona Zonzini - le maglie di manovra dell'imprenditore sono sempre più strette. Ci è stato detto più volte da chi siede al Governo”. Antonio Bacciocchi parla poi di deficit di democrazia. “A più riprese abbiamo chiesto di partecipare alla gestione dell'utilizzo delle risorse per il progetto di sviluppo del paese. C'è la volontà di lasciarci fuori”. “Del prestito internazionale si sono perdute le tracce”, tuona il Segretario Generale: “Quei soldi sembrano finiti per chiudere i buchi delle banche. È rimasto qualcosa per gli investimenti?” Altro tema all'ordine del giorno è la riforma pensioni. Elio Pozzi rimarca ancora una volta la mancanza di dialogo e l'esigenza di affrontarla insieme ad altri temi fondamentali per il paese, come ad esempio settore bancario e sanità. “Si parla di nuovo ospedale – fa notare - ma non della sanità del futuro”.




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