900 monete romane e greche, vendute – via Internet, sul sito di E-bay – per 130 milioni delle vecchie lire. Il denaro per i pagamenti è stato inviato all’azienda sammarinese di cui Matteo Del Grande, residente a Montecchio in provincia di Pesaro, è amministratore. Per questo motivo venerdì scorso è stato arrestato e lunedì mattina è stato interrogato a Rimini, in Procura dal Gip Lorena Mussoni. Il suo legale, l’avvocato Cesare Brancaleoni, sostiene che Del Grande non ha fatto nulla d’illegale e quindi ha chiesto la scarcerazione, che però non è ancora stata accordata. Matteo Del Grande si trova tuttora agli arresti, in isolamento, a Pesaro. Martedì a Rimini, intanto, è in programma l’interrogatorio di due coniugi, residenti a Verucchio. Serafilli e Grimaldi i cognomi, anch’essi arrestati insieme a Matteo del Grande e al padre della signora Serafilli, residente in Sicilia, ora agli arresti domiciliari, e non in carcere, ma solo per motivi legati all’età avanzata dell’uomo. Secondo l’accusa, le monete antiche dalla Sicilia – rinvenute in seguito a scavi abusivi - venivano inviate a Verucchio e da qui piazzate via Internet, mediante l’appoggio logistico dell’azienda sammarinese. Del Grande ammette di aver avuto rapporti d’affari coi coniugi di Verucchio, ma in un quadro di assoluta legalità, tra il maggio e il dicembre del 2001. Le indagini sono scattate da una segnalazione dell’Interpol di Cipro. In seguito, la perquisizione e il sequestro delle monete in casa dei coniugi di Verucchio. Poi, a distanza di qualche mese, gli arresti dello scorso fine settimana. I carabinieri della sezione relativa alla tutela del patrimonio artistico hanno poi scoperto che il supporto logistico per le transazioni delle monete antiche era nella Repubblica di San Marino.
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